sabato 1 ottobre 2022

Ritorno negli Usa - Giorno 6, Union e ritorno

Scontando pesantemente la camminata di ieri nella city, oggi è stata un'ulteriore giornata di riunioni, forse la più intensa.
Stanchezza e argomenti più "delicati" hanno fatto virare un po' il giudizio molto positivo dell'esperienza.
Stavo pensando però anche ad altro.
Alla stanchezza fisica, si è aggiunta sicuramente quella mentale (6 giorni parlando e ascoltando solo inglese di diverse provenienze sono sfidanti).
Ce n'è una terza.
In mancanza di altro la definerei culturale.
Tolto quanto detto e stradetto su vari luoghi comuni, ho avuto molte volte la sensazione di vivere la vita in modo diverso. Una questione di ritmo e urgenza.
Ovviamente la mia è una bolla di interazioni molto specifica (colleghi/e che lavorano per un'industria) quindi voglio stare attento nel non generalizzare troppo.
Priorità diverse così come necessità diverse che generano tensioni.
Esempi "dell'altra parte": 
- La dedizione temporale al lavoro, che porta a non avere voglia di fare ferie più lunghe di una settimana o essere reperibili costantemente per cose non prioritarie
- rispetto gerarchico dei superiori ma anche una forte settorializzazione/specializzazione che porta ad una moltitudine di partecipanti per coprire un intero flusso d'informazioni.
- come dicevo qualche post fa, una visione molto "locale" degli avvenimenti, il mondo ridotto alla propria zona, forse figlio di una tendenza a scomporre in settori di specializzazione.
Questi ne sono alcuni. Ce ne sono altri a cui va aggiunto quello che porto io, come italiano e come abitante di un paese culturale e secolarizzato.
Questo mi pare però sempre alla stessa conclusione: qui non potrei starci per troppo tempo. Rimango sempre con quel senso di spaesamento mista alla spersonalizzazione. Rispetto all'Australia, qui non mi sento di essere piccolo in mezzo all'immenso che mi aiuta a centrarmi ma piccolo in mezzo ad un paesaggio spersonalizato.
Ovviamente non sto parlando solo di natura ma credo più banalmente di sentirsi in sincronia col contesto.
Questo per dire che le cose belle di questi giorni rimangono ma non mi sembrava giusto rimettere tutto in prospettiva.
La mia, ovviamente. Fallace e insindacabile 

venerdì 30 settembre 2022

Ritorno negli Usa - Giorno 5, Iselin + New York City

Tralasciando che è sempre una cosa emozionante tornare nella grande mela anche se per qualche ora, New York è quasi una costante nella mia vita lavorativa da più di 10 anni ormai.
Stavolta poi dopo una giornata di incontri lavorativi e soprattutto per un meeting molto sui generis: campo base di golf coi colleghi organizzato solo per me.
Sono contento che tutti qui hanno mostrato apprezzamento per il mio lavoro e per la mia compagnia.
Fa piacere sapere di aver seminato bene rapporti che vanno oltre il lavoro.
Sì, in un'epoca post pandemia dove tutto si può fare da remoto, magari da casa, questi viaggi perdono un po' in termini di utilità.
Ma non è corretto. I legami possono essere tessuti in molti modi. Vanno consolidati però e cosa c'è di meglio di una birra e qualche battuta per farlo oppure una riunione faccia a faccia con annesse strette di mano e pause caffè.
Per me questo è fondamentale e insindacabile.
Quindi oggi sono contento anche se ovviamente sono una pippa a golf.


giovedì 29 settembre 2022

Ritorno negli Usa - Giorno 4, Seneca parte terza

Forse stavolta ho compreso meglio cosa voglia dire vivere nel sud.
Intendo non solo a livello razionale ma ad uno più profondo.
Questo non solo grazie ad amici che abitano qui ma anche alle varie chiacchierate coi colleghi che ci vivono, sia nel caso che ci siano nati sia se vi ci sono trasferiti.
C'è poco da fare. Più tempo hai per starci, più accumuli sensazioni soprattutto se non c'è quell'aspetto turistico di cui parlavo nel post precedente.
Le volte precedenti c'ero stato meno e con meno interazioni ma stavolta paradossalmente la mole di incontri avuti ha aiutato tanto.
Questo vuol dire che ci abiterei? Non proprio.
Cosa ho scoperto quindi?
Che la realtà è sempre più complessa di quello ci porta a dividere il mondo in bianco e nero.
Sud sudista, grezzo, intollerante, confessionale e tante altre cose. Queste ci sono e sono rilevanti.
È anche un posto che ha tanti vantaggi sociali, soprattutto se comparato ai ritmi frenetici di un nord troppo votato alla performance spesso senza senso.
Il clima e il paesaggio aiutano ad essere connessi con il ciclo naturale delle cose. Fa poco freddo ma neanche troppo caldo.
C'è spazio e la gente è amichevole.
Il costo della vita è più basso e il lavoro c'è se si ha voglia di mettersi in gioco.
È un notevole cambio di vita che molti non sarebbero disposti a fare ma ho visto gente contenta di stare lì e questo dice molto.
Vite che non potrebbero essere la mia ora ma mi fa pensare come spesso la realtà ci offre la possibilità di vedere le cose in maniera più estesa e stratificata.
Scrivo poco dopo le elezioni e non sono contento del risultato. 
Cosa c'entra questo?
Molto se si mette in prospettiva cosa si vuole nella vita e cosa realmente ha impatto su di noi e le nostre scelte
Scelte di approccio e di interpretazione.
Le situazioni trovate qui possono essere costruite anche in luoghi più vicini a noi. 
Cerco di essere ottimista poiché andando in giro capisco che dietro l'angolo c'è sempre qualcosa che apre uno spazio per una possibilità nonostante accadono tante cose brutte e incontrollabili.
Spiragli di porte che potrebbero essere aperte.

mercoledì 28 settembre 2022

Ritorno negli Usa - Giorno 3, Seneca parte seconda

Viaggiare per lavoro è molto diverso da farlo come turista.
Prendete un momento come questo.
Camminiamo poco prima del tramonto sulla Main Street di un anonimo paesino di poche migliaia di abitanti.
Cerchiamo un ristorante e stranamente abbiamo parcheggiato ad almeno 500 metri. 
Non c'è nessuno in giro.
Il sole splende forte perché ci sono poche nuvole e i suoi raggi buttano proprio contro di noi.
Mi stacco per qualche minuto dalle chiacchiere che fanno un paio di colleghe. 
Sono esattamente in uno di quei posti di cui parlavo ieri.
Niente di rilevante in giro, niente di oggettivamente bello.
Eppure...
Eppure non so perché questa situazione sembra perfetta.
Non avendo la necessità di scoprire qualcosa o di gustarsi l'atmosfera di un posto decantata e famoso, l'esperienza si trasforma e diventa altro.
Sicuramente gioca molto quell'immaginario nutrito da film, fumetti e serie tv quindi ci metto molto del mio.
Sarà perché già con 2 giorni sono entrato nella modalità confedenza coi colleghi per cui ci si comincia a prendere in giro.
Sarà tante cose insieme senza un senso compiuto ma oggi ho realizzato come stare in posto, diverso dalla routine, non legato ad un approccio turistico, riserva delle belle sorpresa.
Non è una cosa che scopro oggi ovviamente poiché ho fatto altri viaggi in passato.
La cosa diversa oggi è che forse ho occhi leggermente diversi.
Il precedente viaggio in Australia ha fatto crescere qualcosa che da tempo aspettava il momento giusto.
Quel qualcosa è la capacità di stupirsi dell'apparente ordinario.
Sia chiaro, sono lontano km da dove ho scelto di vivere quindi di per sé nulla è ordinario.
Eppure anche qui, in un anonimo posto nel sud degli Stati Uniti, posso provare un'ordinaria meraviglia.
Un ossimoro penserete.
Ma mi è venuta voglia di prendere una BMX e farmi un giro.

martedì 27 settembre 2022

Ritorno negli Usa - Giorno 2, Seneca

Oggi sono sceso verso sud, nel South Carolina.
Non ho molto tempo per girare (praticamente zeo) quindi molte delle riflessioni scaturiscono più da osservazioni mentre parlo coi colleghi o nel trasferimento tra il sito e l'hotel, con in mezzo una cena.
La prima che vorrei fare è sul rapporto tra il nostro (da italiani) immaginario collettivo e il loro.
Ogni volta che vengo qui mi guardo intorno, notando dettagli e situazioni, spesso perché mi vengono in mente cose che ho già visto nei film o letto da qualche parte.
Siamo inevitabilmente cresciuti e nutriti da questa cultura che valorizza molto ogni parte del suo territorio. Anche con un piccolo paese sperduto nella campagna si riesce a creare un collegamento con qualcosa girato in un posto simile, spesso un'opera di successo nonostante sia ambientata nel nulla. Quasi a dire che lo storie non necessitano di posti belli per essere appassionanti.
La cosa assurda è che all'opposto loro (gli americani) non sanno quasi nulla degli altri paesi se non le solite cartoline o le news dei telegiornali. Non hanno o hanno poco su cui formarsi. Pochi film o libri nostri arrivano qui. Questo accade anche con altri paesi.
Mi chiedo se questo, accompagnato da una cultura di base molto bassa, non fa sì che gli americani mostrino poco interesse verso le sfumature culturali che caratterizzano gli altri paesi. 
Se l'Australia, proprio perché lontano da tutti, porge sempre uno sguardo fuori anche per una banale necessità di sapere cosa succede, il mito americano è molto autocompiaciuto, trasformando il diverso da sé come solo esperienza superficiale e, a volte, neanche quello.
So che potrei generalizzare ma sarebbe interessante qui lcominciassero ad estendere lo sguardo al di là del proprio cortile. Non in termini turistici ma proprio come crescita cilturale.
"Guardarsi l'ombelico" è sempre qualcosa da evitare e che porta a non acquisire un punto di vista diverso che invece aiutarebbe sempre a rimodulare le proprie convinzioni e migliorare le proprie capacità.
Ogni mondo è paese. Il punto è che di mondo ce n'è uno solo quindi sarà il caso di cominciare?

lunedì 26 settembre 2022

Ritorno negli USA Giorno 1 - Charlotte

Devo dire la verità: fa un certo effetto ripartire per un viaggio lungo dopo quello splendido in Australia.
Stavolta però non è un viaggio legato alle ferie ma al lavoro quindi il sapore è tutt'altro.
Per carità, non voglio lamentarmi. Non tutti hanno avuto le possibilità che ho io di poter girare il mondo anche grazie al lavoro.
Solo che forse questo ha un sapore diverso. Non solo per la stanchezza di riprendere in mano la mia odiata valigia e tutti gli annessi e connessi.
Il rientro post ferie è stato più complicato del dovuto e ora avevo in mente altro rispetto al viaggiare.
Va detto che era in programma già da un po' e quindi non mi ha colto impreparato.
Questo mi pone una riflessione su come certe volte il movimento che normalmente mi da gioia possa nascondere anche un senso di pesantazze.
Un distacco non voluto poiché si vorrebbe stare fermi per prendere fiato.
Ne trarrò spunti interessanti come al solito e alla fine mi prenderà meglio.
Mi chiedo se questa è una domanda che si pongono in molti: quante volte capita di voler stare fermi (per focalizzare) mettendo in secondo piano i desideri soliti di viaggiare e stare senza dimora.
Non è che forse si mitizza troppo il viaggio perché lo si scende da quello che succederà prima e quello dopo. 
È tutto un unico pacchetto che ci serve per elaborare il tutto e darsi una direzione.
Semplicemente, oggi, io sono stato interrotto in questo processo nonostante la comprensibile invidia (quella giocosa) che genera chi mostra quanto sia fortunato ad andare in giro per il mondo.
Succede.
Domani è un altro giorno.

Ps. Charlotte l'ho trovata cambiata rispetto a 8 anni.  Più dinamica e movimentata.
Splendida cena con gli amici di qui. Comincio sempre bene, però 😉

venerdì 2 settembre 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 22, Perth, again

Perth è, insieme a Pittsburgh, una seconda casa.
Ci siamo rivisti quasi tutti come all'arrivo.
Tante chiacchiere. Tante risate. Tanto tutto.
Io voglio ringraziare tutti per la loro sincera e speciale accoglienza.
Tutti i cugini primi, per le loro storie del passato in Italia e la loro vita ricominciata in Australia. Tutti contenti di vedermi e stare con me. Alcuni non li conoscevo o non li ricordavo perché ero piccolo ma sono già nel mio cuore.
Tutti i cugini secondi, nati qui, che parlano un italiano invidiabile e che sono stati subito amichevoli e col cuore aperto. Non posso elencarli tutti ma con ognuno ho provato a interagire il più possibile. Anche loro nel mio cuore.
Un ringraziamento speciale a:
Olga e Giovanni, loro li conoscevo e posso dire che nella loro casa mi sono sentito subito bene. Due splendide e simpatiche persone.
Roberto, mio nuovo amico nonché autista. Tranquillo, adoro il tuo accento abruzzese.
Annalisa, l'adoro. Ha fatto tanto organizando tutto e mi ha pure fatto vedere un sacco di maledetti canguri. Ti voglio bene. Anche a Talia, Jordan e il piccolo Mateo.
Poi c'è Linda...
Non ho parole per lei.
Ne abbiamo dette tante durante queste 3 settimane. 
È semplicemente splendida. 
Ha reso l'Australia un esperienza indimenticabile.
Siamo anime gemelli, errante in questo mondo e questa vita. Per me, un punto fermo da sempre.
Il signore dei sogni ci ha unito e noi abbiamo continuato a sognare.
Questo è tutto ciò che scriverò qui.
Il resto, per sempre nel mio cuore.
Ciao, Australia.
Chiudo un cerchio aperto decenni fa.
Sei stata bellissima e generosa.
Ora, solo lacrime di gioia

giovedì 1 settembre 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 21, dal Victoria inizia il ritorno

Ho parlato spesso del rosso in questo viaggio.
Ce n'è tanto in giorno. Quel colore della terra è incredibile. Unito ai tramonti o alle albe poi...ti lascia senza fiato.
Ma non è l'unico colore che colpisce se si ha modo di girarla un po'.
Ovviamente c'è il blu del cielo e dell'oceano, immensi entrambi, dalle mille sfumature.
Il bianco di certe spiagge e il giallo ocra delle falesie e degli arbusti.
Un capitolo a parte merita il verde.
Tolto quello delle acacie e degli eucalipti, un po' ovunque, che risalta soprattutto nelle zone più aride, dove veramente colpisce è andando a sud, nel Victoria meridionale.
Ad un certo punto ho pensato di essere tornato in in Inghilterra, con annessa pioggerellina fine che tanto basta a sporcarti gli occhiali ma che assicura quell'acqua che in altre zone è molto ridotta.
Immagino che i coloni, un paio e mezzo di secoli fa, pensavano di trovare questo tipo d'Australia. Non è un caso che l'abbiano adattata a quel tipo di idea tanto.
Girando un po' da Melbourne verso nord e sud (per le due tappe di cui vi ho già parlato), si trovano vigneti ma soprattutto fattorie con pascoli, laghetti, torrenti, foreste. Con l'unica stranezza di incontrare canguri, willaby e koala in giro.
Un paio di tedeschi con cui abbiamo girato Uluru dicevano che effettivamente quando si pensa all'Australia questo tipo di paesaggio non te lo aspetti.
Avendo visto anche la zona di Darwin, posso dire che questo paese è molto più vario di quel che si pensi.
Nel Victoria si possono vedere e fare tante cose diverse dove decrease il senso di solitudine ma dalle distanze comunque immense (tra 12 apostoli e Melbourne ci vogliono più di 3 ore, per dire). La sua stessa capitale è molto estesa e mi e sembrata molto interessante. Un esmpio: ha un distretto di teatri in centro tipo Londra o New York ma più piccolo, quindi c'è un fermento culturale importante in un paese per forza di cose dispersivo.
Una piacevole sorpresa.
Certo non è quella parte dell'Australia che normalmente si immagina chi ancora non c'è stato, meno esotica e selvaggia ma due dei miei luoghi del cuore sono qui, quindi forse non sono obiettivo.
Del resto, perché esserlo?

mercoledì 31 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 20, 12 Apostoli

Chi mi conosce sa la mia passione per le scogliere, soprattutto quelle che si affascinano sull'oceano rispetto ad un "semplice" mare interno come il Mediterraneo.
Il motivo non saprei spiegarlo. Forse il rumore forte dell'onde che sbattono contro le falesie; il netto taglio tra terra e mare, quasi violento; l'idea di essere un niente contro la grandezza della natura che vince inesorabile nel suo continuo mutamento.
Come vedete, i motivi possono essere tanti.
Oggi pensavo però a quando risaliva quel fascino.
Nel famoso atlante a casa dei miei generi che consultavo fin da piccolo, c'era quest'immagine.
Un posto lontano nel sud del mondo, in quello strano paese che già suscitava in me un certo fascino.
I 12 apostoli (ora solo 8, purtroppo) stavano lì, immensi e bellissimi e in qualche modo mi parlavano, dicendo di venire a visitarli.
Un giorno, risponedevo. Un giorno.
Molti non capiscono la mia fascinazione per la geografia. Per me è sempre stato un modo per stimolare la mia immaginazione, facendomi chuedere cosa ci fosse in molte zone del mondo, soprattutto quelle meno popolari ma in qualche modo esotiche.
Solo che ke immagine degli atlante erano di quelli famosi.
Oggi chiudo un cerchio, credo, col me bambino.
Ho toccato tanti posti che dentro di me avevano uno spazio ben preciso, con la loro storia immaginaria collegata.
Per me questo posto, oltre ad essere l'ultima tappa prima del lungo rientro, rappresenta anche la fine del mondo, in senso geografico.
Oggi mi sono commosso guardando verso l'oceano aperto, pensando che oltre ci fosse solo l'Antartide.
Questa non è una zona soffice ma rappresenta la conclusione di un percorso mentale, emotivo ed esperenziale difficile da condividere.
Sono rimasto lì per un po', in silenzio e al freddo, prima di fare il turista con video e foto annesse.
Sono scese le lacrime e il forte rumore delle onde mi ha messo i brividi.
Rimasto senza parole, ho ringraziato Dio, la natura e l'universo per avermelo lasciato fare.
Alla fine del mondo, invece di perdersi ci si riconnette.

martedì 30 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 19, Hanging Rock

Esistono posti che scopri e diventano le tue "zone soffici", luoghi dove ami tornare perché lì ti senti a posto ma che non conoscevi prima.
Ce ne sono altri di cui hai sentito parlare tanto o visto nei film, ai quali sei legato perché in qualche modo hanno avuto la capacità di suscitarti emozioni.
Poi c'è questo.
Picnic a Hanging Rock è stato un film basilare per me. Al di là del mistero di cui parla la storia, è quella sensazione che mi ha suscitato a farmelo amare alla follia.
La forza di quella sensazione sta proprio nella sua indefinibilità. Mi è capito di rivedere recentemente film e serie tv (il libro completo e difficile trovarlo se non in inglese), proprio in relazione a questo viaggio.
Anzi, questa era una tappa fondamentale che in qualche modo ne definiva il contenuto: perdersi tra rocce millenarie, in cerca di una libertà che è inquietudine e istintività nello stesso tempo.
Quella storia credo che mi rappresenti più di tante altre e ritrovarsi lì dopo più di 25 anni è stato emozionante.
Con la musica del "Flauto di Pan" nelle orecchie, quei cunicoli tra le rocce esprimevano perfettamente la mia costante ricerca di me stesso, tra labirinti naturale, rocce scivolose e pochi punti per orientarsi.
Sono stato preso in giro da molti australiani per questa tappa ma molti di loro non c'erano mai stati.
Ci sono luoghi molto più democraticamente suggestivi in Australia ma questo per me era un punto fermo.
Non una zona soffice ma un (il?) teatro della mia anima. Non facilmente comprensibile agli altri ma molto chiaro a me.
Miranda non c'era ma oggi ci sono stato io per un po'.
Chissà, magari ora si chiude un cerchio e se ne apre un altro.

lunedì 29 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 18, da Alice Springs a Melbourne

Tornando a parlare di distanze ma soprattutto di cambiamenti, spostarsi da Alice a Melbourne vuol dire un altro modo di vedere la vita.
Se ad Alice si sta in mezzo al niente ma in fondo con tutte le comodità vedere dalk'aereo il deserto, poi i laghi salati prosciugati, per essere coperti dalle nuvole e vedere tutto quel verde simile ma diverso dall'inghilterra, con annessa pioggia finissima, beh, tutto questo è strano ma forse spiega molte cise sugli australiani.
Anche questa sera cena con amici di Linda ed è chiaro come qui, spesso, la necessità di muoversi nello stesso paese ma in contesti assolutamente diversi sia una cosa quasi necessaria.
Non sembrerebbe tanto diverso dagli americani ma acquista una sfumatura più...estrema e allo stesso tempo naturale.
Lavorare significa muoversi e tutto può accadere. Come conoscere uno scozzese e decidere di stabilirti (?) per dove ti pare e poi decidere di spostarsi.
Non vuol dire che è semplice farlo sempre e non tutti lo fanno qui ma forse la vita è meno problematica di quanto si pensi, in termini proprio pratici.
E qui la praticità è alla base di tante cose.
Il ragionamento è molto sfaccettato e non so se riesco a focalizzarlo bene.
Parlare con tante persone e soprattutto ascoltare ha reso questa vacanza diversa dalle altre proprio perché più immersiva nella cultura del momento, al di là dei posti fantastici in cui sono stato.
Ne sono grato.

domenica 28 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 17, King's Canyon e ritorno ad Alice Springs

Oggi ho visto il paradiso terreste.
O, meglio, un post chiamato Garden of Eden.
Immaginate questo.
Dopo una bella passeggiata con vista sull'alba (dopo aver visto il primo canguro) abbiamo continuato il percorso.
Una piccola deviazione portava nel luogo del titolo.
Mentre stavamo arrivando, ci troviamo davanti una piccola polla d'acqua scavata nel canyon (in realtà un gorge). Una giovane madre stava sulla spiaggetta di roccia col suo neanato seconfo vicino a lei.
C'era un silenzio speciale lì. Un piccolo di paradiso.
Poco dopo siamo rimasti da soli e il tutto diventava ancora più magico.
Ecco, quella è diventata un'altra zona soffice, quei posti dove la realtà e il sogno si confondono, dove tutto converge e sentiamo parlare a noi stessi.
Posso dire con assoluta certezza che cerco quei posti nei miei viaggi.
Non si tratta di mettere tacche su una lista di luoghi da visitare.
Si tratta di cercare quei luoghi, naturali o antropizzati, che mi parlano direttamente senza parole.
Lì so fermarmi e ascoltare.
In alcuni, cerco di tornarci spesso, se posso.
In questo non so mai se lo rivedrò ma sicuramente fanno parte della mia lista.
Zone di connessione che legano la parte razionale e quella istintiva.
Tutto in un silenzio naturale.
Contemplativo.

Fuori programma. Visita al cratere di un meteorite che fa il paio con la vista della via lattea del giorno prima.
Tutto torna legandosi, tra Dio, l'universo e le mie emozioni.


Australia: perdersi down under - Giorno 16, Monte Olga, Kata Tjuta

Una delle "pecche" di Uluru (ma va detto che è il suo fascino, dopotutto) è che non è possibile penetrarvi se non per qualche gorge. 
La visita alla montagna vicina, a forma di diverse teste, mi ha permesso di fare una cosa che sognavo di fare da tanto tempo: perdermi nell'outback, da solo con i miei tempi.
Inutile dire che l'esperienza ne è valsa la pena.
Ovviamente ho seguito un sentiero tracciato in sicurezza.
Il punto è che arriva un momento in cui vuoi stare da soli e riordinare i pensieri.
La cosa era necessaria per le tante esperienze accumulate e le tante questioni problematiche portate con me con cui ognuno di noi ha a che fare nella vita.
Questa passeggiata, come altre in posti meno estremi e lontane, è stata rigenerante, grazie anche al paesaggio che non mancherò mai di ricordare come pieno di cose nel suo esteso e apparente nulla.
Non ho risolto tutto ma il punto è che il cervello ha avuto modo di risistemarsi.
Tante cose sono successe qui, tutte piene di energia, a volte primigenia, altre volte umana.
Essere nel centro geografico del nulla e vedere la sera con estrema chiarezza la Via Lattea ti fa semplicemente sentire pieno di potenzialità ed energia.
Tutto questo passa inevitabilmente ma quello che credo non passi mai è quell'assetto mentale, quelle sensazioni che sono uscite.
Come condiviso stasera con Linda, dalla Terra all'universo in un solo giorno.
Emozionante.

venerdì 26 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 15, Uluru

Fin da quando ero piccolo e mi appassionavo all'atlante geografico, la mia fascinazione per l'Australia era una foto.
Sì, proprio quella. L'avrai vista anche tu che leggi.
Uluru (Ayers Rock come veniva chiamato ingiustamente all'epoca anche da quell'atlante) è uno stato della mente.
Fin da quando ci arrivi in macchina, credi di sapere come affrontarlo.
Vieni confuso da altre formazioni rocciose diverse.
Poi compare lui. È grande ma la cosa strana è che c'è sicuramente un mix di prospettiva e percezione che te lo rendendo maestoso ma accessibile, nonostante sia ora proibito salirci.
Essendo sacro proprio perché unico e di per sè assurdo nella sua stranezza, mi sono sentito pervaso da emozioni forti.
Quasi 11 km di cammino intorno fatti anche con momenti molto toccanti. Accenni di lacrime ma soprattutto di silenzi pieni di suoni naturali.
Sono stanco ahimè per dilungarmi ancora.
Ho fatto tante foto e vorrei lavorarci appena torno perché sono troppe.
Però, se potete, dovete andarci, soprattutto se coltivate una forma di spiritualità.
Ne è valsa la pena.

giovedì 25 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 14, da Darwin ad Alice Springs

Dopo la riflessione di ieri sulla pericolosità, vuoi non testare la riva dell'oceano di Darwin?
Beh, c'è una spiaggia praticamente chiusa al mare aperto per permettere di avere un accesdo a quei poveri sfigati che pur vivendo ai tropici non possono andare al mare. Da aggiungere nell'elenco delle cose strambe dell'Australia.
Per il resto, Darwin non mi ha colpito particolarmente se non per la sua posizione strategica e quindi il tipo di gente che ci vive. Unica città bombardata nella seconda guerra mondiale dai giapponesi, è la sede di una base militare molto importante tanto importante che all'aeroporto prima di partire abbiamo dovuto aspettare che alcuni caccia decollassero sulla stessa pista.
Comunque molto vivibile ma distante da tutto, come al solito.
Giorno di transito verso il centro del paese (Alice Springs). Il volo è stato come al solito illuminante.
Un outback diverso e ancora più immenso.
In macchina ci avremmo messo 20 ore.
Cioè almeno 2 giorni di viaggio.
Ora, nella testa mi frulla l'idea di cosa voglia dire fare un on the road qui, soprattutto in relazione a quei mesi sabbatici che di solito si prendono qui a 20 anni.
Fa strano pensare che un paese del genere richieda così tanto per essere visto.
Non intendo per vedere tutto ma per darti un'idea di come sia stato (ed è in parte tuttora) conquistarlobe viverci.
Ad Alice Springs temperatura notturna di zero gradi e diurna di 20. A Darwin stamattina stavamo sui 30. 
È un paese dalle 6 stagioni e fare la valigia (e portarsela dietro) non è per nulla uno scherzo.
Domani si va in direzione Uluru.

mercoledì 24 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 13, Darwin e parco Kakadu

L'Australia è pericolosa.
Questa è la frase che più ho sentito prima della partenza.
Ovviamente si fa riferimento agli animali presenti in grande varietà.
Si parla di serpenti, ragni, coccodrilli ma volendo anche i dingo, i canguri, i koala e via dicendo non è che si possano definire amichevoli.
Oggi nel parco del Kakadu, sotto Darwin, abbiamo visto i coccodrilli marini, specie animale tra le più pericolose, nel loro habitat naturale, in una comoda gira in battello.
Nel parco, molto bello, c'erano presenti anche molte specie di uccelli tra cui aqulie, gru e molto altro, con qualche bufalo a coronare il quadretto idilliaco. C'era anche una ragnatela molto fitta e invitante.
Tutto ciò per dire come sia evidente il fatto che siano stati gli umani ad inserirsi di prepotenza.
Prendete la città di Darwin. Costruita sulla punta settentrionale dell'Australia, con una splendida baia ma inagibile poiché piena ancora di quei coccodrilli.
Ora immaginatevi di fare una passeggiata al tramonto con la propria o il proprio amato. Sole al tramonto (ovviamente spettacolare), solo qualche maledetta mosca insistente a rompere l'equilibrio (qui sono molto peggio che in Italia) e ad un tratto sbuca fuori un coccodrillo e chissà se riuscite a sfuggirlo.
L'esempio è una possibilità non troppo remota poiché qui c'è il divieto di balneazione perenne.
Ecco, gli australiani ci convivono (quasi) tranquillamente.
Non è di per sé una cosa agghiacciante e affascinante allo stesso tempo?
Una cosa però va detta, in termini di specie.
Nel oarco ci sono pitture rupestri aborigene antiche e recenti.
Qui l'essere umano dimostra, forse in naniera più facile da capire, quanto riesca ad essere invasivo e distruttivo.
C'era un dipinto per cui era richiesto di non fare foto in rispetto di una tradizione aborigina. Siamo nel loro territorio del resto.
Ovviamente un turista vicino a me ha ignorato la richiesta nonostante gli fosse presente da altri conterranei (leggi mia cugina) e lui se n'è sbattuto.
Questo dimostra quanto come esseri umani riusciamo a passare sopra a praticamente tutto.
Oggi forse esiste una possibile volontà di essere più rispettosi ma essendo un pensiero che viene sempre successivamente negli umani mi ha intristito considerare che possa essere inevitabile.
L'Australia ha questo potere: sbatterti le cose in faccia senza tanti fronzoli.
Sta a te capire cosa farne.


martedì 23 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorni 10-11-12, Lago Argyle

Come nella saga di frontiera america, in Australia c'è stato qualcosa di simile.
Prendete per esempio i Durack, venuti dall'Irlanda nel New South Wales, che decisero di investire nell'outback nord occidentale spostando tutta la famiglia e il bestiame e creare una saga famiglua famigliare degna di quanto visto nella serie tv 1883.
È strano e affascinante come in quest'ultimo periodo io abbia questa fascinazione per le storie estreme. Uomini e donne che decidono che la loro vita deve essere in un luogo nuovo, sicuramente ostile, forse pieno di opportunità ma anche di tremendi pericoli.
L'impressione che ho avuto in questi 3 giorni di isolamento forzato (wifi rotto e solo una linea telefonica funzionante ma adatta per la mia scheda) è che qui, nel Kimberley (come in molte altre parti d'Australia) tutto è tremendamente isolato, con km da percorrere per trovare 4 case in croce e sperare in un ristoro. Per carità, campeggio attrezzato e tutte le comodità ma non appena si esce tutto è nulla...ma pieno sempre di sorprese e soprattutto di cose da trovare.
Rispetto a luoghi simili negli Usa, qui la mia impressione è che ci siano ancora tante cose da scoprire e il tutto sia lasciato ancora al caso.
Gli australiani però mi sembrano sempre così positivi, cordiali e simpatici. È come se, essendo la vita di tutti i giorni molto complicata, questa situazione li rendesse capaci di relazionarsi facilmente con tutti, soprattutto se sanno che vieni da lontano, da un posto che per molte versi è il suo esatto opposto.
Sono rimasti un po' inglesi ma non si sono svenduti come gli americani.
Sanno di essere lontani da tutto e questo li inorgoglisce verso una loro narrazione tutta particolare, fatta di sole, difficoltà ma anche di spazio e necessità di movimento verso una vita più semplice e interessante.
Li amo.

Cose viste/fatte in questi giorni.
Dingo solitario che passa per strada.
Bagni in una sorgente nel nulla.
Gita sul megalago artificiale Argyle con annesso bagno in cui dimorano tipo 30000 cocvodrilli d"acqua dolce.
Visita al museo della famiglia Durack.
Passato il confine tra Western Australia e Northern Territory.
Chiacchiere ripetute con tanta gente diversa e simpatica.
Finalmente visti i Wullabies delle rocce ma di canguri non se ne parla.
Visti ovviamente tanti coccodrilli.

sabato 20 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 9, El Questro 2

Essendo sabato, stasera si è fatto tardi...prima delle 22. Un giorno mi adeguerò a questi orari invernali e anglosassoni.
Comunque, cosa dire di oggi?
Innanzitutto, la mia ansia riesco sempre a metterla in gioco così stamattina abbiamo preso un elicottero.
Senza porte.
Con io davanti.
Un giorno mi sarà chiaro perché esiste questa sfida dentro di me. Forse mai.
So solo che alla fine è stato bello.

Dopo un rigenerante bagno in acqua calda di sorgente sono palme e soprattutto roccie vecchie di un miliardo di anni (?), è uscita fuori l'idea di andare verso nord. L'oceano.
Ora, se non vi è ancora chiaro cosa vuol dire guidare nel nord dell'Australia, pensate che tra andata e ritorno avremo fatto 160 km in cui avremo incontrato sì e no 10 macchine (pardon, fuoristrada 4WD) su una strada asfaltata, incontrando solo saliscendi, colline di eucalipti, incendi e piccoli vortice di fumo nero.
Il tutto per arrivare al porto desolato della città di Wyndham, famoso per un cimitero dove sta seppellito un qualche pioniere dell'800, i coccodrilli di acqua salata e la pesca del barramundi, pesce ignoto a me fino a 5 giorni fa ma molto buono.
Scesi dalla macchina, il sole mi ga letteralmente cotto tanto da scappare alla ricerca di un posto per un pasto veloce.
Difficile impresa in un posto dimenticato da Dio.
Troviamo una bakery per caso (ripeto, vista l'ora non c'era veramente nessuno in giro). Ci sediamo e scopro che la famiglia che l'ha aperta viene da Perth poiché il figlio faceva l'elettricista lì (c'è un porto che deve avere un suo senso che non ho trovato vista la profonda insenatura marina vittima di chilometriche maree) e quindi ha detto alla famiglia di venire perché lì vedeva...business.
945 abitanti, temperature oltre i 40 nella stagione umida con 200% di umidità mentre ora siamo sui 35, almeno 100 km dal paese rilevante più vicino (Kanunurra), pub fallito (Linda ne ricordava uno), un motel decaduto e poco altro. L'unica cosa a suo favore è che credo sia un punto importante per la comunità aborigina.
Ora...
Devo dire questo.
Agli australiani voglio già un mondo di bene. Sono gentili e disponibile. Per nulla arroganti. Solo che non riuscirò mai a capire bene cosa li spinge a fare queste scelte di vita.
La famiglia di fornaio ha ricevuto il mio supporto avendo fatto un lauto pranzo (cose buone, tra l'altro) e va bene così.
Forse sta qui un altra chiave di lettura di questo paese che sfugge a chi come me è pieno di pregiudizi su quali siano le cose sensate da fare nella vita.
Ecco, cercare un senso forse non serve.
Anche perché non si spiega perché andare lassù o prendere un elicottero se si ha paura della perdita del controllo.
Misteri.

venerdì 19 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 8, El Questro 1

Ci sono sempre quei momenti nella vita, che capitano spesso in vacanza, quando tutto sembra concentrarsi e mettersi a fuoco.
Non vorrei chiamarli perfetti anche se richiamano la definizione originale.
Tutto è compiuto e completo e non può essere cambiato. Pensato ad uno dei tempi passati del latino chiamato proprio 'perfetto'.
A me capitano raramente e non è detto che ognuno li percepisca se non a modo suo.
Mi trovavo a guidare a guidare su una strada asfaltata in mezzo al nulla. Poco dopo avrei anche fatto uno sterrato con almeno 3 guadi da superare.
Il paesaggio è fatto da conformazioni rocciose associabile alle mese della Monument Valley in Utah. Splendide al tramonto con colori rossi ma contornate da vegetazione e forre (canyon) con ruscelli e torrenti.
Poco prima ero stato proprio alla fine di una di queste forre, facendomi un bagno in un'acqua deliziosamente gelida praticamente in solitudine.
Quello poteva essere un momento 'perfetto' ma tutto è successo più tardi.
Guidando con una musica sconosciuta ma adatta (un folk locale) al momento.
Giro la curva e si apre un rettilineo con un taglio della luce talmente particolare che inonda la valle di fronte a me e la strada ora dritta che le passa in mezzo.
C'era un gioco di piani sovrapposti con una profondità inusuale (cose che ora mi colpiscono molto in qualsiasi immagine che fruisco) da farmi staccare per qualche istante, generandomi un sorriso automatico sulla faccia.
Potrei parlare di altri successo nella giornata, come la prima esperienza di glamping in un posto sperduto e della mancanza di avvistamento di tanti animali nell'outback a cominciare dai canguri e dagli emù ma non lo farò oggi.
Dirò che finalmente da oggi si sta scendendo in uno strato più profondo di coinvolgimento emotivo.
Non è un caso che sia proprio quando mi sto allontanando dalla civiltà e le reazioni emotive cominciano a uscire libere.
A cominciare dalle lacrime.

giovedì 18 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 7, da Broome a Kununarra

Sono qui ora, seduto in un pub vicino al nostro terribile qui nel nord.
Lasciata Broome e una casa bellissima in cui eravamo ospiti, ci ritroviamo nel profondo nord del WE, vicino a quel Northern Territory che andremo a visitate tra qualche giorno. Tappa di passaggio per i prossimi giorni nei parchi qui vicino.
Quindi giornata dedicata al trasferimento e quindi di riposo con annessa riflessioni.
Dall'alto dell'aereo, tutto è sempre emozionante nella sua immensità. Tutto è lontano tanto da farmi pensare ai flying doctors e al loro ruolo basilare per assicurare le cure necessarie a chi ha scelto (?) di rimanere lontano dai grandi centri.
Quelle baie segnate dalle maree che fanno allungare il tragitto di km mi fanno pensare anche a come certe strade dritte vengano deviate per superare ostacoli immensi e che percorse da sotto rimangono imprescrutabili sulla direzione da intraprendere. In pratica vai a caso perché i punti di orientamento ce li hai solo se sei a centinaiz di metri di altezza.
Qui i colori virano sul verde della vegetazione e il giallo scuro della terra. Corsi d'acqua e tanti blocchi di arenaria che ricordano i canyon americani (qui noti come gorge e da noi come forre).
Domani ci saremo dentro e non so se riuscirò a condividere le mie impressioni in tempo reale. Forse senza wifi e lontano da molte cose.
Di per sé non è assolutamente una cosa brutta.
Anzi.
Il gioco comincia a farsi serio.
A presto quindi. Non appena possibile.

mercoledì 17 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 6, Broome 2

Sarà una registrazione ma sentire il suono di un cucciolo di megattera nell'oceano mentre è a pochi metri di fronte a te, ti devasta.
È un canto ancestrale, qualcosa di talmente profondo che non vuoi sentire altro.
Oggi è stato dedicato solo a questo giro di 5 ore in barca alla ricerca di megattere. 
Non è la prima volta che lo faccio ma le balene insieme agli elefanti sono gli animali per cui provo un'attrazione e un rispetto che sfiora la reverenza. 
Chi viene qui in Australia normalmente non considera il mare come parte del tour (io per primo) ma forse è il dato di partenza per capire la sua unicità. Completamente circondata come una gigantesca isola, quasi tutte le migrazioni sono state filtrate dalla complessità di quest'oceano.
Le balene che qui vengono dell'Antartide rappresentano quel movimento intimo degli animali che nulla hanno di differente dalle migrazioni umane e dei loro complessi e articolati rapporti con la Terra, tema alla base di questo viaggio.
Ancestrale e attuale, tutto senza soluzione di continuità.

Menzione a parte per le persone incontrate qui che mi hanno ospitato, per la notte e per una cena.
La gente di Broome viene da ogni parte e ha sempre qualcosa da raccontare. Gentile,  interessante ma soprattutto ospitale. Tutto nella massima naturalezza, come se la porta sempre aperta fosse una cosa scontata. Su questo ho pensato alla tante remore (le mie) sul concetto della vera ospitalità. Da tenerne conto.
Peccato solo non aver colto tutto delle chiacchierata fatte a causa della lingua. Il mio inglese ancora soffre della velocità e dello slang degli australiani.
Anche qui, altre punti di riflessione.
Grazie comunque di tutto, veramente. 
Domani si riparte e si entra nell'entroterra.
Anzi, outback.

martedì 16 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 5, Broome

Se ieri vedevo l'outback dall'alto, oggi ci sono stato dentro e...ci ho pure guidato.
Intendo col fuoristrada da 5 metri e oltre, piste di sabbia e scogliere su spiagge con marea in crescita. Ah, guida a destra e cambio automatico.
Dopo questo momento squallidamente sborone, torno a cose più interessanti (credo).

Oggi giro nella zona di Broome, a nord dello stato del Western Australia (WA, qui). Visita alla fattoria delle perle (molto famose) e alla wildpark dei coccodrilli. La prima molto interessante e la seconda molto trash.
Per dire, Mr Crocodile Dundee esiste ancora e oggi ne ho conosciuto uno che dava da mangiare ai coccodrilli in modo decisamente sopra le righe.
Tra le risate generale in uno slang che ho faticato a capire completamente ho realizzato quanto nel nostro immaginario collettivo l'America ci ha condizionato. Perché quando poi ci si trova a vedere le cose da un altro punto di vista comparabili (i coccodrilli di qui) vedo come il mondo giri troppo su determinati modi di pensare. In pratica, gli americani li ha trattati mali per come analizzano le cose. Chissà,  magari sarebbe utile riprendersi un po' di spazio culturale.
Se queste sono state del gite, il contorno è forse ancora più interessante.
L'outback ti acceca. È terribilmente affascinante nella sua monotonia. Poche decine di km che sembrano migliaia.
L'ansia di perdersi viste le multeplici strade create per la stagione umida (ora siamo in quella secca). Salite da fare senza fermarsi per arrampicarsi sulla sabbia.
Poi quel dannato rosso che ti si stampa negli occhi ovunque, oggi pure a ridosso dell'oceano.
Io non so esattamente cosa scatti nel cervello ma comincio a capire quel concetto di Dreamland (traduzione errata che sta per culto degli antenati) degli aborigeni. La vera guida per orientarsi in una terra che non vuole fartelo fare.
Mai.
Ci tornerò nei prossimi giorni.

Broome è un luogo di frontiera, ritiro di molti per una vita più tranquilla ma comunque dallo spirito giovane. Mare stupendo, maree, luna e sole. Tutto nel giro di pochi minuti.
Qui tutto è fatto di attimi. Sarà suggestione la mia forse ma non credo di essere lontano dalla verità.

lunedì 15 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 4, da Perth a Broome

Digressione iniziale.
Un giorno capirò perché si beve tanto fuori dall'Italia. Certo, se penso ai veneti o ai sardi, forse non si scherza neanche da noi.
Forse il problema sono io e il mio strano rapporto con essi.
Non è successo nulla di strano, per carità. Tutto ok. Solo che è una cosa importante da considerare nella vita sociale quando si è in viaggio.
Devo dire che sto migliorando, comunque.
Nei miei limiti ma sì.
Fine digressione.

Oggi è iniziato il viaggio in quella che molti pensano essere l'Australia vera.
Quel rosso che se non l'hanno già fatto andrebbe codificato come fatto per il rosso Ferrari o quello di Tiziano.
Dall'aereo tutto è strano.
Vedo il bush che si trasforma nell'outback (non chiedetemi se uno esclude l'altro ma vi basti sapere che andando poco fuori città comincia il tutto).
Dall'alto è tutto immenso e...vuoto.
Un vuoto...pieno però. In pratica tutto è sempre uguale ma in un'architettura cangiante. Miniere, distese saline, quella terra color rosso e quei cespuglio che fanno pensare all'acqua che in pratica non c'è.
Boscaglia che della pioggia se ne frega.
Domani parlerò di Broome. A me vedere che poi improvvisamente arriva l'oceano ha fatto pensare a come certe strade (in terra battuta) portano verso il nulla oppure nell'oceano. Spiagge immense senza nessuno.
A confronto con suggestioni simili avute negli States, qui nulla è nell'immaginario collettivo (forse Uluru assurge a quel ruolo) se non quel rosso.
Un colore che ti entra dentro
Tutto questo nulla tracciato da sentieri che, sarà banale, sembrano richiamare tutte le strade che la nostra anima persegue senza pace e, forse, senza senso.
In fondo sono qui per questo: esplorarne qualcuna, in cerca inutilmente di senso.

domenica 14 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 3, Perth 2

Col cuore in mano dico che quanto anticipato ieri ha superato tutte le aspettative.
Un altro pezzo di famiglia che si ricongiunge idealmente attraverso me.
Vecchie foto miste ai racconti di un passato a volte ingombrante ma sempre coinvolgente e fondativo.
Lasciare il paesello sperduto per fare settimane di viaggio senza sapere cosa aspettarsi.
Prime generazioni che come molti di noi emigrati a Roma si trovano a vivere di riflesso ma sempre partecipanti alla storia di una famiglia come ce ne sono sempre state in passato.
Avere la possibilità di vedere i luoghi di queste nuove vite compreso quello dello sbarco della nave della speranze che anche oggi ce ne sono tanti.
Relazioni interrotte dalle distante e mantenute a volte con tanta fatica, seguiti da ritorni (e non) in Italia.
Videotelefonate internazionali cariche di emozioni e di poca familiarità con la tecnologia.
Io cerco di non aspettarmi nulla perché le cose convergono in densi punti di connessione se si ha la volontà di farlo.
Oggi è così.
Nel momento presente si trova il significato.
Il resto lo terrò per me, contento di averlo vissuto.
Un grazie a tutti quelli che qui hanno contribuito con gesti, parole o semplici sorrisi a qualcosa di significativo.



sabato 13 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 2, Perth 1

In fase di pianificazione del viaggio, i primi giorni sono stati dedicati alla visita di Perth e, soprattutto, a conoscere un'altra parte della mia famiglia d'origine di cui avevo solo sentito parlare.
Come nel 2014, anche qui, oggi e domani, sono stati organizzati pranzi e cene in mio onore.
Sebbene suoni un po' pomposo, veramente mi sono sentito onorato di poter parlare con persone che, strano da spiegare, mi sembra di conoscere da sempre.
Molti cugini di secondo grado a cena (non tutti purtroppo) nel solito misto, a tratti assurdo, di inglese, italiano e abruzzese che di per sè, rende tutto estremamente divertente.
Perth è una città giovane (poco meno di 200 anni) e molti di loro hanno contribuito a farla crescere (sicuramente i loro genitori e i loro nonni).
Guardando l'oceano Indiano stamattina ho continuato a pensare a quanto mi trovo lontano da casa ma lentamente, come avevo anticipato due giorni fa, quella connessione viene messa in pausa per fare spazio ad altre.
E se ne creano di nuovi, importanti e, strano a dirsi, le sento solide, nonostante sia razionalmente troppo presto.
Siamo una bella famiglia. Ed è bello sapere che noi, prime generazioni nate dopo le varie emigrazioni, siamo riusciti a creare qualcosa di nuovo usando quell'origine comune.
Sono contento di aver iniziato così questa nuova avventura. Grazie anche ad Annalisa e soprattutto Linda per averla resa possibile.
Domani ci sarà sessione forse ancora più intensa: vedere quella generazione di emigrati e ascoltare la loro storia.
Brividi.

venerdì 12 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 1, Arrivo a Perth

Dopo una lunga odissea sono arrivato a Perth.
Al tramonto.
Quindi le prime impressioni sono poche e ancora basate su idee precedenti. 
Domani si comincerà per davvero.
Oggi però rimarcherei qualcosa forse già detto.
Viaggiarr vuol significare tante cose.
Una percezione che mi capita spesso di provare è la perdita della connessione col luogo di partenza.
Mi spiego meglio. Una volta arrivato a Doha, in Qatar, e dovendo attendere tanto tempo l'aereo successivo, ho cominciato a percepire come Roma e l'Italia stessero scomparendo dalla mia rete d'appoggio.
In pratica vedendo gente che va dappertutto ma da un luogo diverso dall'Italia, comincio a cambiare il punto di vista. La tv condivide notiziari in lingue diverse e le notizie stesse sembrano diverse e cambiano importanza.
Poi, salito sul nuovo aereo, tutte le persone perdono quello che le altre avevano con me. Il luogo d'origine e in pratica parte di quello che mi definisce.
Ed è lì che si innesca un processo di perdita e di ridefinizione di me stesso di cui spesso parlo.
Il paese (e la vacanza) di destinazioni ovviamente direzionano la mia attenzione verso una nuova scoperta di parte di me ma già prima è partito il processo.
Chi viaggia da solo sa che ad un certo punto ci si trova effettivamente da soli. Dove si scopre che il mio mondo gira ma non intorno a se stessi, forzandoti a configurarti un nuovo equilibrio che non semore arriva subito.
Ed è forse proprio da qui che parte il mio (lento?) processo di adattamento nella testa.
Così, i pensieri ingombranti della routine accomilati vanno a cozzare bruscamente con quell'ansia dell'ignoto che può prenderti al cento del duty free di un aeroporto cosmopolita.
Sto soltanto andando dall'altra parte del mondo, cosa vuoi che sia?
Un puntino tra tanti su una mappa dello schermo sul posteriore di un posto in economica.

giovedì 11 agosto 2022

Australia: Perdersi down under - giorno 0, Viaggio

1988. Un ragazzino in 5a elementare portavauna tesina di geografia su un paese lontano, l'Australia, insieme al suo ex compagno di banco.
Entrambi ne avevano sentito parlare parecchio. Lui perché aveva lì parenti lontani, visti praticamente mai.
In tv intanto andavano in onda i famigerati cartoni giapponesi tra cui "Flo, la piccola Robinson", " Lucy May" e " Georgie".
Città come Sidney, Melbourne e Adelaide divennero quasi familiari. I suoi parenti però erano da tutt'altra parte. A Perth. Per cui, le idee si facevano più confuse.
Credeva che laggiù tutto fosse bellissimo.
Un sole diverso. Una natura strana e suggestiva. Un territorio immenso.
Arrivava, chissà perché, a credere che lì la gente non morisse. Forse immaginava in un posto cosi affascinante non permettesse all'uomo di abbandonarlo.
Mai.
Il desiderio di andarci cresceva e non aiutava scoprire che alcuni cugini erano riusciti ad andarci, anche più volte. Forti di legami parentali più vicini e magari qualche possibilità economica in più.
La vita passava cercando di investire verso un futuro che permettesse di andarci, un giorno.
Poi quei legami apparentemente lontani subiscono un cambio inaspettato. 
La scoperta che essere cugini può essere qualcosa di molto più esteso che condividere matrimoni, feste o zii/zie molto particolari.
I legami si estendono abbracciano tutto il globo.
Passioni e sogni comuni vengono fuori che radicano il tutto in un legame che va oltre il quotidiano. Tutto però torna quasi alla normalità non appena ci si allontana fisicamente. 
La vita è fatta di incroci, di casualità, di promesse e di scelte.
Ci si rivede separatamente ma quel bambino cresce e diventa uomo.
Riesce a guadagnare per poter viaggiare. E i sogni si avverano.
Uno però si era sopito. "]Sai, le priorità cambiano nella vita"...si dice
Poi, di nuovo, quella vita ti sorprende.
Complice un lungo periodo di fermo forzato, quel desiderio ritorna e l'opportunità decide di coglierla senza troppo pensarci.
E parte.
Adesso, prima che inizi, si tratta solo di aspettative, paure e idee confuse.
Ritornano però quelle idee di bambino, ancora forti, fondamentalmente mai cancellate in quegli angoli remoti della memoria.
Quel momento sta per arrivare e non sa cosa provare, in quel lungo processo fisico e mentale che solo un viaggio lungo (per distanza e tempo) può creare.
Una zona di sospensione, quasi un viaggio iniziatico.

Io non so cosa significherà tutto questo ma se smuove tutto questo un significato ce lo avrà.
Sicuramente importante.
Allora...si parte.

mercoledì 19 gennaio 2022