venerdì 27 agosto 2010

Esami di maturità

Chiariamo...credo di non averli mai sognati, o almeno di recente.
Quelli dell'università sì, forse perchè è stato un periodo decisamente più difficile.
Eppure vero che quell'anno mi è venuta la gastrite.
Vorrà dire qualcosa,no?
Sto divagando.
Dovrebbe fregarmene, come sarebbe giusto.
Questa è la frase che si dice per liquidare quel problema.
La percezione che gli altri hanno di te, soprattutto quando cercano di svelare la tua presunta immaturità.
Ora, non avrei fatto certe scelte o percorsi, se non percepissi la necessità di conoscere e fare mie certe parti della mia personalità.
Essendo uno che ama farsi le pippe mentali, non mi pare sia cieco o insensibile a certe cose.
Anzi.
Però essere liquidati anche con uno sguardo, a volte, mi fa proprio incazzare.
Perchè non si conoscono certe cose.
Badate bene, non è per giustificarsi ma odio la superficialità su certe cose.
Ammetto di averla pure io su tante altre, ma parlando di me qui, questa emerge tra le tante.
Sarà invidia?
alterigia?
maturità reale o presunta?
Beh, spesso si tratta solo di sindacare su ciò che non si capisce.
Allora, per favore, fai domande, chiedi, informati.
Soprattutto ascoltami, non sentirmi soltanto.

Fare domande è spesso rischioso.
Perchè?
Perchè crescerai pure te.
Conoscendomi.
Conoscendoci.
Conoscendoti.

martedì 24 agosto 2010

Obiettivi!

Alla fine, scavando, ci sono anche quelli.
Perchè anche quando si pensa al passato, al presente e a tutte le connessioni ci si rende conto che quelli non sono mai mancati.
Esistono e vengono perseguiti, pianificandoli o incosciamente.
E vengono raggiunti.
La cosa strana è che quando me ne rendo conto, la sensazione è nuova, quasi primitiva; genera quasi paura per la sua indipendenza e violenza.
Non è spiegabile ma c'è.
Ed è anche positiva.
Di sollievo.
Tanto lavoro, stancante sicuramente.
Infatti spesso si fa fatica, pure troppa.
Non è un discorso edificante.
E' solo scoperta e realizzazione.
Epifania?
Forse.
Intanto si può mettere un punto.
Anche a qualcosa di indefinito.

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domenica 22 agosto 2010

Abitudine

Possibile non essere abituati a certe cose?
Alla pace, alla tranquillità, a quel senso di rilassamento...
Le anime inquiete non sono abituate e quando succede si spaventano.
Sensazioni strane.
Quando non si ha voglia di essere in un altro posto ma vivere quegli attimi, intensi e passeggeri.
Cosa c'è di sbagliato nell'abitudine a qualcosa di bello?
E perchè passano e nella vita succede sempre di affannarsi solo per le cose brutte.
Non capire o non conoscere?
Beh, non voglio essere ignorante!

martedì 17 agosto 2010

Nell'amicizia

Non è facile capire quando c'è.
Non ho mai creduto che esistessero delle regole codificate da rispettare per poter definire il rapporto di amicizia che lega due persone.
Non si vede, come si dice, solo nel momento di bisogno perchè sarebbe tremendamente riduttivo ed accessorio.
Probabilmente è anche essa uno stato come la felicità o la sofferenza.
Momenti in cui l'affinità si esprime anche senza parole specifiche ma tramite solo pensieri.
Non prendiamoci in giro, però. A volte può essere anche fatica, perchè noi stessi siamo i primi a pretendere molto da chi ci sta vicino, incuranti del resto.
Crederci non è mai stato facile, soprattutto se si tende ad idealizzarla costruendoci un involucro di aspettative.
Le delusioni si presentano immancabilmente e fanno male.
Quando però si vivono delle esperienze positive, tutto cambia.
Cambia il modo di vedere le cose, in maniera naturale, senza forzature.
Si condividono esperienze e sensazioni, si esprime se stessi ascoltando l'altro.
Si procede lungo un cammino comune, fatto anche di salite, di fatica.
Poi si fanno delle scoperte, spesso sui collegamenti della nostra storia e quindi su noi stessi.
Quindi non servono più le pretese e le aspettative.
Si procede fin dove la strada lo permette ed anche noi lo permettiamo.
Stavolta avendo fede e credendoci veramente.
Perchè ne vale la pena, basta rendercene conto.

venerdì 6 agosto 2010

In partenza...

Ora, a pochi attimi prima della partenza per le vacanza, sono in attesa.
E' strano come ogni volta un momento che dovrebbe essere di felicità, viene vissuto da me con estrema inquietudine.
Sarà perchè il cervello non lo "staccherò" dal resto ma lavorerà in altro modo.
Più libero del solito dai pensieri di ogni giorno.
Si cominceranno a scorgere strade, possibilità, progetti, sensazioni meno filtrate.
Vacanza vuol dire anche mancanza.
Mancanza dall'abitudine e quindi presenza nello straordinario.
Molti vorrebbe cogliere soltanto la felicità e la leggerezza.
Invece, chi come me, comunicare con se stessi, direttamente.
Leggersi senza filtri e scovare l'arcano, l'ignoto.
Ora vado.
Stavolta ci sono arrivato meno distrutto dalla quotidianeità.
Immagino che visitare i luoghi d'origine della nostra cultura, la Grecia classica, soddisferà la ricerca dell'arcano e dell'ancestrale.
Sono pronto a viaggiare...dentro di me.
Senza troppa paura!

mercoledì 4 agosto 2010

Io canto...

...ergo sono.
Al di là della passione momentanea per il telefilm Glee, è sempre stato così.
Qualsiasi momento della giornata, qualsiasi umore, qualsiasi situazione, il cervello parte e comincia a cantare.
Può accadere anche quando parlo con qualcuno, ergo se vedete che non sto prestando troppa attenzione a quello che dite, beh...magari sto registrando il nuovo album.
Perchè poi questa "malattia" mi porta a creare musica.
Creare testi e motivetti.
Non conosco le note tanto da riportarle su spartiti o tablature ma la fase creativa c'è.
Questo porta a derivazioni malate che non sto a dire, condite di folli realtà parallele.
Però per me ogni momento ha la sua colonna sonora e spesso anche l'ambiente circostante ne viene condizionato.
Tutto nella mia testa.
Una valvola di sfogo creativa e preziosa.
Ora vado, mi chiamano in sala registrazione.
Silenzio.
Sono in onda.

martedì 3 agosto 2010

Essere...

...dopo il dovere, la responsabilità, la paura e il dubbio.
Essere quello che si sente.
Piccoli passi ogni giorno.
Piccole cose.
Dettagli, accessori, parole, atti.
Dopo anni di "giusti" comportamenti.
Dopo rispettare delle aspettative.
Essere liberi.
Essere se stessi, nella propria complessa interezza.
Rispondendo alla propria morale, dentro di noi, sotto al cielo del nostro mondo!

lunedì 2 agosto 2010

Delle tempeste...

Rivedendo la "Tempesta" di Shakespeare e rileggendo l'interpretazione che ne ha fatta Gaiman su Sandman, sono tornati alla mente vecchie considerazioni sul ruolo dello scrittore o, meglio, del creatore dei mondi immaginari.
Nella nuova serie che ho in mente (solo nelle mia testa, con titolo provvisorio "Fino alla fine del mondo") , avevo in mente di parlare di questo.
Di come sia stimolante e arrogante mettersi a recitare la parte di Dio, anche solo in un processo creativo.
Perchè in fondo si tratta di questo. Creare mondi e manovrarli, metterli in scena e condurli dove si vuole.
Molti dicono che certi personaggi o situazioni si scrivono da sole e spesso prendono vita propria senza che si abbia il controllo su di esse.
Mah...
Non mi ha mai convinto perchè difficilmente li lasciamo andare e quando lo facciamo è per concludere la nostra storia.
Prospero smette di esssere Dio e ritorna a vivere la vita quotidiana.
Lasciando la magia e l'immaginazione.
Un bel finale della carriera di Shakespeare e forse di tutti noi aspiranti scrittori ed inguaribili sognatori.