giovedì 28 febbraio 2013

[Rece-Libri] Mustaine

Le biografie sono di parte ma le autobiografie possono essere celebrative, specie se il soggetto è un personaggio come Dave Mustaine, leader dei Megadeth e fondatore dei Metallica.

Con questa parte del metal ci sono cresciuto, hanno segnato la mia formazione musicale sia in termini di semplice ascoltare ma anche di musicista "teorico".
Ore a parlare di riff, tempi dispari, assoli e giri di basso.

I Megadeth ce li ho nell'anima anche se, chi mi conosce, sa che il thrash metal non è il mio genere di elezione.
E mi ha sempre affascinato la storia di Dave.

Da buona rockstar, non smentisce, nel suo racconto, i molteplici eccessi dovuti ad una vita sempre ai limiti. Iniziata da un infanzia travagliata (padre violeto, famiglia religiosa/settarista, dubbie amicizie).
Non fatico a dire che a tratti sono cose banali, che ti aspetti e che ci stanno per quanto distanti dalla mia vita "ordinaria".

Perché parlarne?
Beh, quello che mi ha sempre affascinato è scoprire cosa spinge le persone a determinati comportamenti, soprattutto se questo sentire si riversa in una qualche forma artistica.

Quello che emerge è l'ossessione di Dave per la sua cacciata dai Metallica.
Confrontarsi sempre su quello che sarebbe potuto essere se fosse rimasto con uno dei gruppi metal che hanno fatto la storia.

Da questo eterno conflitto ha tirato fuori un gruppo che sostanzialmente era lui, con un ottimo occhio per i musicisti eclettici che lo hanno accompagnato.

Canzoni dure, testi tagliente, a volte politici e a volte di un intimismo così forte che pochi hanno avuto il coraggio di tirar fuori.

I Metallica, per quanto grandi, mi hanno sempre dato l'idea degli intoccabili, da idolatrare senza criticare. Nascondendo però un ipocrisia di fondo che a tratti risultava fastidiosa.

Dave ha un carattere di merda. Lo ammette ma non solo lui era eccessivo. I Metallica non sono santi come molti "proseliti" considerano tali.

Apprezzo di lui la continua ricerca di crearsi la sua identità, attraverso un percorso complesso e fatto di molte ricadute.

Cosa mi ha sempre colpito di lui è l'essere così umano ed alla fine non vergognarsi di questo. nelle cose belle ed in quelle brutte.
Soprattutto in un mondo per certi versi chiuso alla musica mainstream come quello del metal, da cui ha saputo ritagliarsi un posto esprimendo idee che, negli USA, valevano qualcosa!

La biografia posso consigliarla a chi ha vissuto la vita dei Megadeth e del suo leader.
o a chi pensa che l'ascesa e la caduta delle star è molto simile a quella di chi cerca uno spazio nel proprio mondo, certo con più sesso, droga e, ovviamente, rock'n roll!

lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni

Non ho voluto dare un titolo particolare al tema del post.

Non ho problemi a dirlo.
Sono un elettore di centrosinistra.
Ho votato alle primarie prima la Puppato, poi Renzi.
Perché credo sempre più fermamente che ci sia necessità di rinnovarsi, soprattutto all'interno di un partito che sta definendo la sua anima, giovane come molto del suo elettorato.
Ha vinto Bersani e la cosa mi ha fatto molto piacere.

Certo, c'è chi può dirmi che sarebbe stato meglio svoltare verso Grillo ma su di lui e anche sul suo movimento ci sono delle cose che non mi hanno mai convinto.
Rispetto chi lo ha votato e ne capisco le ragioni (meno certe modalità di dialogo).

Le proprie convizioni e credenze sono sempre opinabili certamente ma è certo che quando votiamo lo facciamo sia con la testa che con il cuore, guardando al portafoglio ma anche ai desideri.

Ripeto, credo sempre nel rinnovamento all'interno di una comunità, senza rinnegarla in toto e cambiarla.
Poi quella comunità è fatta da noi, in cui ci siamo nati, cresciuto e nella quale abbiamo partecipato attivamente.
Le idee, si sa, possono cambiare soprattutto perché cambia il mondo intorno a noi in maniera imprevedibile.

Non ho nulla contro chi vota per idee diverse dalla mia. Anzi, lo scontro e il confronto serve a crescere e a scoprire cose di sé impensabili se ci si arena nel proprio schieramento.
Vedo arricchimento.

Solo che non capisco e, ahimè, tollero sempre meno chi non porta avanti idee e sentimenti ma soltanto calcoli e vanagloria. Vittima e carnefice della priopria disonestà elevata a valore di vita giornaliera.
Non parlo di Berlusconi ma di quello che rappresenta e rispecchia della nostra società.
Che, ad onor del vero, è fatta, leggendo la nostra storia, di tanta cultura ed umanità ma anche di brama di potere e prevaricazione.

Sono appassionato della Storia e delle storie.

Oggi mi sembra che ci stiamo ripetendo, rendendo la trama e l'intreccio quanto di più banale e previdibile.
Non c'è il punto di svolta che rende le storie degne di essere raccontate.

Sto pensando, anzi, sentendo cosa voglio fare adesso.
Quale sia il mio ruolo e il mio atteggiamento nei confronti di questa società.
Non nego che una delle prime battute che ho detto è stata "ho un motivo di più per andarmene perché non sento un futuro qui".

E' importante essere sinceri su quello che si sente.
Ma è altrettanto penso sia importante anche capire se con la fuga risolverei la questione fondamentale:
Definire quale italiano voglia essere.
A leggere la nostra Storia, le opzioni sono state molteplici.
Questo la dice lunga sulla nostra unicità ed eterogeneità.