lunedì 13 gennaio 2014

Abbiamo scommesso sul fallimento di questo paese e abbiamo vinto



Esce un film e torna inesorabile il provincialismo.

Possibile che in altri paese quando si parla di storie di provincia non scoppiano polemiche così becere?

Il film è ambientato in Brianza ma, a parte l'ambientazione perfettamente funzionale e simile al romanzo di ispirazione, parla di una provincia qualsiasi.

Di persone come noi, come te, che non si rendono conto del danno che fanno quando mettono come priorità la propria avidità, il proprio supervalutato egoismo.
E riducono altri ad un valore danaroso neanche tanto cospicuo (posto che ognuno di noi passa valere una cifra in denaro).

E c'è sempre qualcuno che paga e non ne sei consapevole, perso dentro un loop vuoto e vacuo.

Il film di Virzì "Il Capitale Umano" è un colpo al cuore.
Non più ironico e sarcastico o, meglio, non solo.
E' così crudele da sembrare fino alla fine innocuo ma colpisci dove deve.

Finiamola di perderci in discussioni sulla difesa delle proprio castello, pieno di stanze piene di roba ma vuoto di contenuti e senso.
Guardiamoci in faccia.
E' ora.

Perché questo film, come anche "La Grande Bellezza", sono duri.
Ed hanno la forza però di darci un allarme.

venerdì 10 gennaio 2014

A volte ritornano...

Ci sono quegli incontri casuali, ripetuti nell'arco di brevissimo tempo, che ti riportano indietro.
A tanto tempo fa.

Il tuo primo professore di italiano, quello delle medie, avuto per un solo anno.
Ti rendi conto di quanto ti abbia segnato.

Chi mi conosce sa il mio rapporto conflittuale con la lingua italiana.
Carenze grammaticali ma anche la fascinazione per quelle parole strane, non solo dotte, con un suono particolare.

Non è solo una questione di linguaggio in senso stretto.

E' stato uno dei corsi più strani fatti nella mia vita, fatto ad 11-12 anni, in prima media.
Quando la tua personalità comincia ad esprimersi, staccandosi dalla base elementare dei 5 anni precedenti.
Dove sei "bravo" o "bravissimo" e al minimo sei "benino".

Tanto erano poche le lezioni "classiche", quanto erano frequenti quelle in cui la tua personalità veniva stimolata.
Giochi di intelligenza, gite naturalistiche, basi di cultura popolare contemporanea ti hanno fatto vedere il mondo di allora con occhi diversi, non "istituzionali".
E te li porti dentro d'allora quegli occhi che compaiono nei momenti più impensabili, con la loro carica assurda e ironica.

Così, all'improvviso, pezzi di te tornano e si incastrano.