sabato 11 dicembre 2010

Coincidenze e possibilità...

E come le sette piaghe d'Egitto...la purificazione per un nuovo inizio!

http://www.youtube.com/watch?v=6sWJuQD0cL8

mercoledì 27 ottobre 2010

Correndo nel Serengeti

In questi giorni spesso il pensiero torni laggiù.
Il vento polveroso generato dalla vecchia geep, al tramonto.
Unico rimasto ancora in piedi a scorgere l'orizzonte.
Con la musica di Hotel Ruanda nelle orecchie, cercando, respirando un'atmosfera primordiale.
Tolte le altre jeep, gli altri turisti, cercando un isolamento che prima di tutto è dell'anima.
Le immagini scorrono nella testa, ricordi misti a sensazioni.
Le gite fuori dalle rotte classiche, in mezzo al nulla ma essenzialmente immerse nel tutto.
Persone che emergono da case fatiscenti, natura selvaggia.
Sì, potrebbe sembrare una classica immagine idealizzata.
Ma non lo è.
Su un autobus di linea per sette ore, due bianchi riveriti in mezzo all'umanità.
Sentirsi diversi, quasi alieni in un mondo che non mi appartiene.
Lo senti, lo ascolti e ti affascina.
La battuta di caccia, un piccolo animale sacrificato per il pasto giornaliero.
Quel sole che tramonta velocemente.
E alla notte quei suoni, quei gridi vicinissimi che ti costringono a chiuderti in gabbia, come animali in cattività, per la paura.
Perchè il mondo all'esterno è implacabile.
Mi manca.
Vorrei tornarci presto.
Stavolta per stare di più in mezzo alla gente.
Perchè vuoi sentirti utile a qualcosa di tremendamente crudo, spietato.
C'è chi ha detto che non sono adatto per certe cose.
Penso che per me può valere per questo genere di cose, non per quelle che mi vogliono far credere gli altri.
Laggiù c'è una lotta differente.
Lo spirito per affrontarle nasce da dentro.
Si può fare per egoismo, per pacificare la coscienza, per un fine superiore.
Io lo farei per conoscere l'altro da me.
E far conoscere me.
E'necessario andare così lontano?
No.
E' utile?
Forse.
E' solo una voglia istintiva.
Che vale laggiù, che vale anche qui.
Sempre alla ricerca.
Ogni giorno emozioni.

Ora vorrei correre, correre nel Serengeti.

domenica 10 ottobre 2010

Al di là del fiume...



...c'è una collina (tipo quella del desktop Microsoft di XP).
Tra me ed quella è necessario passare un fosso.
Ora, non immaginatevi io che guado un fiume guidando una diligenza, trainando cavalli impauriti dall'acqua.
Basta solo avere dei stivali alti, possibilmente non bucati e prevedere di farsi sfregiare da qualche rovo.
Superato questo, che per inciso non è che sia particolarmente profumato, comincia la passeggiata.
Prima ci si trova su una piana dove spesso pascolano le pecore.
Poi si raggiunge un piccolo bosco.
Dopo si sale per un bel po' su un terreno arato.
Una volta arrivato su mi rendo conto che la paura di essere assalito dai cani era ben riposta.
Anzi, si erano aggiunti anche due cacciatori che tra l'altro si presentano con un colpo in aria, tanto per darmi il benvenuto.
Mi nascondo ma tanto già mi avevano visto.
Fatte un po' di foto col cell in direzione di casa, mi bullo chiamando mia sorella e facendomi vedere dal balcone di casa.
mi faccio un giro e praticamente incrocio i miei nuovi amici, che mi pisciano.
Scendo su un lato e mentre mi appropinquo dentro un altro pezzo di bosco, vengo salutato da una simpatica vipera che si allontano verso l'interno.
Da lì, bosco evitato.
Tornando verso casa, alcuni colpi di fucile allietano l'atmosfera tranquilla.
Mio fratello mi chiama dicendo che forse è il caso di rientrare a casa visto che sente sparare.
Torno di nuovo al guado e rientro a casa.
Puzzolente, stanco ma soddisfatto.
Ho esplorato, emozionandomi...però mi hanno fatto notare che forse sono stato pure un incosciente.
Forse.

venerdì 8 ottobre 2010

Chissà se l'analisi bucolica...

...sortirà il suo effetto?
Domani piccola vendemmia nella tenuta di casa.

Mi manca passeggiare da quelle parti, come spesso mi capitava di fare.
Mi manca anche il mio cane.
Sono passati tre anni ormai ma ci penso spesso quando sono lì.
Una compagnia così naturale, sicuramente molto egoistica e incondizionata.

Sono quei momenti in cui ritorno a rapportarmi con la natura, anche se "piegata" all'uomo.
Perchè quella vera, spesso è spietata e senza sconti.
Vedi per esempio "Into the wild".
Un film che ti colpisce nell'anima, nella mia ma credo anche in quella di molti.
Vince lei.
Allora come compromesso scelgo quella alterata. Meno dura e forse più benigna.
Che ti rilascia sensazioni senza rubartele.
Più familiare, più amorevole.
Vorrei passeggiare un po' di più.
Perdere i pensieri o confonderli con certi odori, così tremendamente familiari ma altrettanto scioccanti, come se fossero prime volte ripetute all'infinito.

Questo è l'autunno per me, bucolico e sensibile.

rain

mercoledì 6 ottobre 2010

‎2 settimane dopo...o un mese...o forse da sempre

Inevitalmente si ritorna in gioco.
Si elaborano lutti, con le inevitabili macerie.
Per andare avanti.
Lasciandosi qualcosa alle spalle e prendendo qualcosa di nuovo.
Tutto risolto?

"Le cose cambiano, le persone cambiano.
Il giorno che ti fermerai sarà il giorno della tua morte".

I dubbi non si sono dileguati ma si accettano.
Esistono.
Possono condizionarti?
Fanno parte di te, determinano certe scelte o atteggiamenti.
Stavolta ne vuoi tener conto per proseguire,

Si raggiunge il prossimo stadio di un pace spesso precaria.
Il percorso cambia e diventa tutto da scoprire.

Per ognuno di noi, con ognuno di noi.

lunedì 4 ottobre 2010

Certi vecchi film

Capita ogni tanto di vedere certi film italiani degli anni 70 su qualche canale minore ed in tarda serata.
Alcuni sono di serie z anche tra quelli "importanti" per il trash italiano.
Non hanno neanche titoli memorabili e gli attori sono per la maggior parte i caratteristi che tutti conosciamo ma di cui non ricordiamo il nome.

Bene, rimango affascinato nel guardarli.

Le trame sono scontatissime e spesso sfociano nel pecoreccio o nel volgare.
Il sesso la fa da padrone come tema portante e metro di giudizio di tutto.

Cosa mi colpisce?

Cose che potrebbero essere marginali ma secondo me essenziali.

La prima è che questi film parlano di noi in una maniera apparentemente fastidiosa e riduttiva.
Una società in fermento, mossa sì dal piacere ma dove le donne sono indipendente e gli uomini meno machi di quello che vorrebbero essere.
Una società bigotta ed ipocrita ma che ha sempre spunti di cambiamento che nell'insieme ci rendono vivi.
Non è edificante ma meno squallida di quello che sembra.

L'altro punto a favore è la scelta delle location.
Quella che si vede è un Italia di provincia ma è un Italia bellissima.
Campagne, cittadine, villaggi, parchi e ville, tutto risulta vivo.
Soprattutto c'è meno folla e la vita è più leggera e vivibile.
Certo, saranno i prodromi della nostra società attuale, da molti demolita e che nasce da qui.
A me sembra di vedere sempre un guizzo di creatività e di vitalità nelle piccole storie raccontate.
Potrei proiettare cose che non esistono ma questi film mi rilassano.
Sono a tratti anche malinconici, forse perchè ambientati nel periodo della mia infanzia e si colorano dei ricordi del passato.

Hanno quel po' di magia che oggi spesso cerco e raramente trovo nelle passeggiate lungo i viali del nostro paese.

Questi film me la fanno ancora cercare perchè quando la trovo è sempre uno spettacolo.

venerdì 1 ottobre 2010

Altra settimana, altro giro...

Vabbè, ora tutti l'hanno capito, persino io che sono abbastanza di coccio.
Questa settimana è stata la diretta conseguente della precedente.
Sembra un'ovvietà e sicuramente lo è!
E' iniziata lunedì in cui mi sono parecchio innervosito per una discussione e per un clima generale che mi circondava non proprio gradevole.
Poi mano a mano, sfuriando e dando sfogo alla frenesia mi sono ripreso.

Direte voi:"Strano, non ti succede mai!?!" con un tono sarcastico che in quei momenti aiuta tantissimo.

Quindi dove sta il punto, a parte fare il riassunto di una puntata già vista?

Il punto è che forse ho capito/accettato un altro lato oscuro del mio carattere (considerate è un dodecaedro quando parlo di lati).

"Bravo scemo...stai crescendo...". A parte questo simpatico intermezzo sarcastico, la realizzazione è un trauma, sempre.

Mi cambierà la vita?
Forse. Ma è necessario che debba per forsa cambiarla?

Certo che non manca mai occasione di fare i collegamenti con fatti di molti anni fa, come è successo ieri sera.
Ne prevedo altri nei prossimi giorni, tra confessioni, rivelazioni e ascolto.
Il mosaico, come mi ha detto qualcuno, è parecchio complesso.
Lo è per chiunque.
E torna puntualmente il tema della leggerezza e della spontaneità.
Lì dietro la porta del ripostiglio, un po' impolverata.
Ma non troppo, credo.

rain

martedì 28 settembre 2010

Shopping compulsivo

Ognuno ha le sue manie/malattie.

In preda ai soliti trip pesanti che ormai ronzano periodicamente nella mia testa, la giornata ha preso una svolta inaspettata.

Finalmente è di nuovo disponibile in fumetteria il volume "il mistero di Dio" di Grant Morrison, dopo che mi ero perso la prima edizione molti anni fa e la seconda qualche mese fa.
Ovviamente mi sono dannato all'ennesima potenza.

Oggi scopro che hanno ristampato la seconda edizione.
Non ci ho visto più.
Quindi di corsa appena uscito dal lavoro a Prati per farlo mio.

Arrivo dopo un po' di traffico e comincio a spulciare le bacheche.
La casa del fumetto non è esattamente piccola.
Chi c'è stato lo sa.

Nella solita zona ovviamente non c'è ma sul computer, collegato al magazzino, risulta disponibile.
In preda al panico comincio a spulciare e buttare il resto dove capita.

Poi lo trovo.

Ovviamente l'ultimo (il solo?) rimasto.
Mi guardo intorno per scorgere un possibile rivale, quasi in cerca per sfogarmi in una lotta all'ultima pagina.

Nessuno.

Non sto bene, lo so.
Lo dico sempre.

Preso dal raptus ho comprato anche altra roba che, pensate un po', era nella lista da tempo.
Non sia mai finisca prima...
Col dubbio, perenne, che qualcosa lo abbia già comprato, rischiando una spesa inutile.
Tanto con questa memoria di merda che mi ritrovo...

Vabbè sono soddisfatto della cosa in se ma mi rendo conto della compulsività.
C'è chi mangia dolci, chi mangia le unghie.

Per me basta comprare delle storie.
Bulimico.

Ora sapete cosa mi rende soddisfatto, pertanto aspetto tanti regali.
Che non sia la prenotazione ad una clinica psichiatrica...

rain

venerdì 24 settembre 2010

Basta un attimo!

E tutto può cambiare.
Vedere una scintilla e una piccola esplosione ha il suo bell'effetto.
Il punto è quell'attimo.
Istantaneo.
Poi tutto si fa buio e le cose cadono.
Sarà il periodo ma basta questo per scioccarmi.
Preoccuparmi.
Sarà la scintilla che chiedevo nel post precedente?

Un segno?

Affascinante ed inquietante.

Chissà, potrei tornare ad aver qualcosa da dire!

martedì 21 settembre 2010

In silenzio, a ruota libera!

Pensieri sparsi, colti al volo

Guardarsi intorno.
E' da un po' che ci sto pensando.
Quanto lo facciamo?
Intendo veramente.
Notare i particolari.
Rapportarsi con lo spazio che ci circonda e raccogliere le sensazioni.
Spesso di fretta, tra i mille impegni, non ci si rende conto.
Poi, quando in qualche modo ci si è costretti, si realizza.
Si definisco i confini, dove posso arrivare e dove mi è "proibito".
Sono spazi mentali.
Li si riempie o li si lascia vuoti.
Ci si adatta o vengono piegati, modificandoli e forzandoli.
Si possono anche abbandonare e cercarne altri.
E' arrivato il momento di farlo.

Giorni no.
Oggi non è successo nulla di rilevante ma è un giorno no.
Basta leggere qualcosa di previsto che in qualche modo può farti sprofondare nell'incertezza.
Anche se nei giorni scorsi sono arrivato a mettere dei punti, oggi sono sfinito, sfibrato.
Non ho neanche voglia di parlare.
Scrivere è più facile, perchè anche se pubblicamente, nel momento in cui lo si fa, si è da soli.
In questo periodo ascolto.
Gli altri raccontano ed io ascolto.
Mi riesce difficile fare altro.
Per mia indole non nego a nessuno consigli o riflessioni relative a quanto mi si racconta.
Però...
Penso che anche in quei casi meglio stare zitti.

Forse sono in attesa della domanda giusta, quella che nel momento in cui mi verrà posta potrebbe far scattare la scintilla.
Peccato che non ce l'ho.
O per fortuna, perchè nel silenzio, mi ricarico.
Preparando qualcosa da dire.
Oppure, semplicemente, continuando ad ascoltare, aspettando quella scintilla.

Ed iniziare a bruciare...

lunedì 20 settembre 2010

In Grecia...

...ho trovato l'origine.
Del mondo, di molta della nostra storia.
Di me stesso.
Ogni volta che ci ripenso e rileggo i passi del mito, legati ai luoghi visitati, mi viene nostalgia.
Per quelle storie eterne ed intense.
Tutto è spiegato lì, in pochi semplici passaggi.

Quella terra è strana.
Il tempo si ferma, tu ti fermi ma la tua mente è in continuo movimento.
Rivivi il passato e fai i collegamenti.
La terra è aspra, in una maniera diversa da un'altra terra dell'anima come l'Irlanda.

E' bello portarsele dentro.
Perchè ogni tanto ritornano, cariche di nuovi significati.
Ti travolgono, ti inquietano, ti sbattono davanti quello che sei, che senti.
E dopo...

Dopo fanno male ma è un male necessario, ti fa sentire vivo.
Ti fa sentire te stesso.

E poi si parte alla ricerca di nuove terre, nel nostro profondo!

venerdì 17 settembre 2010

Nulla di dire, tanto da fare

Ora è tutto più chiaro.
Poi dopo il corso sui progetti è venuta pure qualche idea.
Certo, la sfida sta ad incastrarle nel quotidiano.

Ieri sera, serata strana.
Molti spunti di riflessione.
Ed ho conosciuto meglio i miei amici.
Sarà banale ma ultimamente ogni giorno è buono per imparare...e capire.
Poi viene il tempo dell'azione.

Incastri, passioni, progetti.

Beh, mi piace.
Vorrà dire qualcosa, no?

rain

martedì 14 settembre 2010

Punto di svolta?

Cambiamenti in corso.
Epocali o minimi.

Almeno nella testa e nel cuore.

Ora tocca trasformarli in atti o azioni.
Sempre immersi nel vortice nebbioso.
Oggi come giorni fa e sicuramente qualche giorno da questo.

Post fumoso, lo so.
Ma oggi ho detto cose, fatto pensieri riferiti a più di una cosa, più di una persona, più di una sensazione.

Trainare il carro o lasciarlo andare.
Prendersi tempo o dare tempo.
Impegnarsi o impantanarsi nell'attesa.

Fatica.
Stanchezza.

Decisioni.

Lì immerso nella nebbia qualche luce incomincia ad intravedersi.
E queste emergono, non importa se naturalmente o guidate
Sono state prese.
Quelle che si hanno nel cuore.

Sono affari vostri.
Sono affari miei.

rain

lunedì 13 settembre 2010

[Recensione] Mani Nude

...ed anche stasera Paola Barbato ci stupisce.
Così come per Bilico, questo libro non passa inosservato.
In più ti violenta.
Ambientazione: combattimenti tra uomini che lottano per rimanere vivi, con poste in palio sempre più crudeli.
Personaggi: il protagonista perde la sua identità di adolescente per trasformarsi in un assassino, col suo codice morale completamente cambiato.

Intenso il rapporto padre-figlio che si instaura tra Batiza e il suo allenatore in un contesto dove i sentimenti sono la debolezza che rischia sempre di farti perdere.

Cosa muove il tutto? la volontà di voler primaggiare, dove la vittoria è quello che conta, a tutti i costi.
E il dramma è quando si perdono gli stimoli per vincere e si cerca di rimediare.
Certi passaggi sono difficili da digerire ma il libro ti prende.
Ti far star male perchè ti costringe a tifare per qualcuno, comportando la morte per qualcun altro.
Vivere fuori dal mondo che tutti conosciamo per immergersi nelle proprie perversioni.
Non è facile farlo perchè quelle descritte sono emozione che tutti provano ma non ammettono mai di avere.
Un colpo secco, allo stomaco.
Da dieci punti, o giù di lì.

rain

lunedì 6 settembre 2010

Faccio l'artista...ergo sono responsabile?

Visto che mi è stato fatto notare, su mia richiesta, che i post sono troppo personali, mi premeva parlare di cose che stanno avvenendo in questi giorni.

Il tutto parte da questo articolo

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/03/news/mancuso_mondadori-6722512/?ref=HREC2-8

da qui sono partite discussioni con l'intervento di molti personaggi (persone???) famose.

Il punto che mi preme sottolinera è la responsabilità che ha l'artista nel vedere la propria opera.
PErchè alla fine si tratta di questo: VENDERE.
Altrimenti terrebbe tutto per se o lo donerebbe all'umanità (sempre se ne fosse interessata o semplicemente a conoscenza).
Io, aspirante scrittore, cosa dovrei fare di fronte alla possibilità di vedermi pubblicata la mia opera prima, magari pompata per catturare un pubblico sempre più distratto e invaso da migliaia di pubblicazioni.

Ho sempre l'allergia a girare dentro una libreria Mondadori, perchè la sensazione di potere che avverto è fortissima.
Potrei avvertirla anche in altre librerie ma qui è tremendamente più intensa.
Sarà perchè posso essere ossessionati da Lui?
In parte, ma relegare tutto ad un'ossessione sarebbe riduttivo, molto riduttivo.
Quel potere a me spaventa e mi spaventa pensare che possa controllare, volendo, quel mondo, i libri, parte fondamentale di me.
e come sentirsi soggiogati.
La soluzione è boicottarlo?
e' solo temporanea, perchè è il potere il punto essenziale.
Il potere di decidere cosa, come e quando un'opera vada fruita dal pubblico.
Non vale dire che poi non fa nulla...può e basta.

E cresce il timore che possa ridurre l'editoria come la maggior parte della televisione che oggi passa il convento.

sabato 4 settembre 2010

Stallo

Qualche post fa si parlava di bilanci, obiettivi raggiunti ed altri agognati.
Lo slancio era positivo e le prospettive confortanti.
Inutile che ogni tanto tornano le fasi di stallo, non necessariamente legate allo stesso argomento del processo evolutivo descritto sopra.
Parlo di quella sensazione di stare fermi rispetto a qualcosa che puntualmente torna nella propria vita.
Possono essere ricorrenze, rapporti interpersonali, oggetti e rituali.
So che è un discorso troppo generale e probabilmente non arriverò chiaramente al punto.
Il problema è che quella sensazione genera proprio questa confusione.
La domanda che sorge automatica è:
cosa fare?
Per esempio può capitare che un rapporto arrivi ad un punto morto e, logica vorrebbe, si decide più o meno consapevolmente, di troncarlo o lasciarlo andare.
Oppure che è ora di buttare un oggetto col quale si è in qualche modo legati.
Beh, la sensazione odierna è quellla della fase precedente, quella nella quale non si è ancora deciso cosa fare.
Ed è strana perchè fondamentalmente è un problema di comprensione.
Quando non capisco, rimango in stallo.
Mi dico di prendere una decisione oppure di vivere senza farsi troppe domande.
Ma non ci credo, come al solito.
Si è fatti in un certo modo e non starei qui a parlarne per cercare di sciogliere il nodo.
Perchè si tratta di un nodo e non ho intenzione di farlo diventare un nodo gordiano.
Col taglio netto conseguente.
Vedremo...

venerdì 27 agosto 2010

Esami di maturità

Chiariamo...credo di non averli mai sognati, o almeno di recente.
Quelli dell'università sì, forse perchè è stato un periodo decisamente più difficile.
Eppure vero che quell'anno mi è venuta la gastrite.
Vorrà dire qualcosa,no?
Sto divagando.
Dovrebbe fregarmene, come sarebbe giusto.
Questa è la frase che si dice per liquidare quel problema.
La percezione che gli altri hanno di te, soprattutto quando cercano di svelare la tua presunta immaturità.
Ora, non avrei fatto certe scelte o percorsi, se non percepissi la necessità di conoscere e fare mie certe parti della mia personalità.
Essendo uno che ama farsi le pippe mentali, non mi pare sia cieco o insensibile a certe cose.
Anzi.
Però essere liquidati anche con uno sguardo, a volte, mi fa proprio incazzare.
Perchè non si conoscono certe cose.
Badate bene, non è per giustificarsi ma odio la superficialità su certe cose.
Ammetto di averla pure io su tante altre, ma parlando di me qui, questa emerge tra le tante.
Sarà invidia?
alterigia?
maturità reale o presunta?
Beh, spesso si tratta solo di sindacare su ciò che non si capisce.
Allora, per favore, fai domande, chiedi, informati.
Soprattutto ascoltami, non sentirmi soltanto.

Fare domande è spesso rischioso.
Perchè?
Perchè crescerai pure te.
Conoscendomi.
Conoscendoci.
Conoscendoti.

martedì 24 agosto 2010

Obiettivi!

Alla fine, scavando, ci sono anche quelli.
Perchè anche quando si pensa al passato, al presente e a tutte le connessioni ci si rende conto che quelli non sono mai mancati.
Esistono e vengono perseguiti, pianificandoli o incosciamente.
E vengono raggiunti.
La cosa strana è che quando me ne rendo conto, la sensazione è nuova, quasi primitiva; genera quasi paura per la sua indipendenza e violenza.
Non è spiegabile ma c'è.
Ed è anche positiva.
Di sollievo.
Tanto lavoro, stancante sicuramente.
Infatti spesso si fa fatica, pure troppa.
Non è un discorso edificante.
E' solo scoperta e realizzazione.
Epifania?
Forse.
Intanto si può mettere un punto.
Anche a qualcosa di indefinito.

.

domenica 22 agosto 2010

Abitudine

Possibile non essere abituati a certe cose?
Alla pace, alla tranquillità, a quel senso di rilassamento...
Le anime inquiete non sono abituate e quando succede si spaventano.
Sensazioni strane.
Quando non si ha voglia di essere in un altro posto ma vivere quegli attimi, intensi e passeggeri.
Cosa c'è di sbagliato nell'abitudine a qualcosa di bello?
E perchè passano e nella vita succede sempre di affannarsi solo per le cose brutte.
Non capire o non conoscere?
Beh, non voglio essere ignorante!

martedì 17 agosto 2010

Nell'amicizia

Non è facile capire quando c'è.
Non ho mai creduto che esistessero delle regole codificate da rispettare per poter definire il rapporto di amicizia che lega due persone.
Non si vede, come si dice, solo nel momento di bisogno perchè sarebbe tremendamente riduttivo ed accessorio.
Probabilmente è anche essa uno stato come la felicità o la sofferenza.
Momenti in cui l'affinità si esprime anche senza parole specifiche ma tramite solo pensieri.
Non prendiamoci in giro, però. A volte può essere anche fatica, perchè noi stessi siamo i primi a pretendere molto da chi ci sta vicino, incuranti del resto.
Crederci non è mai stato facile, soprattutto se si tende ad idealizzarla costruendoci un involucro di aspettative.
Le delusioni si presentano immancabilmente e fanno male.
Quando però si vivono delle esperienze positive, tutto cambia.
Cambia il modo di vedere le cose, in maniera naturale, senza forzature.
Si condividono esperienze e sensazioni, si esprime se stessi ascoltando l'altro.
Si procede lungo un cammino comune, fatto anche di salite, di fatica.
Poi si fanno delle scoperte, spesso sui collegamenti della nostra storia e quindi su noi stessi.
Quindi non servono più le pretese e le aspettative.
Si procede fin dove la strada lo permette ed anche noi lo permettiamo.
Stavolta avendo fede e credendoci veramente.
Perchè ne vale la pena, basta rendercene conto.

venerdì 6 agosto 2010

In partenza...

Ora, a pochi attimi prima della partenza per le vacanza, sono in attesa.
E' strano come ogni volta un momento che dovrebbe essere di felicità, viene vissuto da me con estrema inquietudine.
Sarà perchè il cervello non lo "staccherò" dal resto ma lavorerà in altro modo.
Più libero del solito dai pensieri di ogni giorno.
Si cominceranno a scorgere strade, possibilità, progetti, sensazioni meno filtrate.
Vacanza vuol dire anche mancanza.
Mancanza dall'abitudine e quindi presenza nello straordinario.
Molti vorrebbe cogliere soltanto la felicità e la leggerezza.
Invece, chi come me, comunicare con se stessi, direttamente.
Leggersi senza filtri e scovare l'arcano, l'ignoto.
Ora vado.
Stavolta ci sono arrivato meno distrutto dalla quotidianeità.
Immagino che visitare i luoghi d'origine della nostra cultura, la Grecia classica, soddisferà la ricerca dell'arcano e dell'ancestrale.
Sono pronto a viaggiare...dentro di me.
Senza troppa paura!

mercoledì 4 agosto 2010

Io canto...

...ergo sono.
Al di là della passione momentanea per il telefilm Glee, è sempre stato così.
Qualsiasi momento della giornata, qualsiasi umore, qualsiasi situazione, il cervello parte e comincia a cantare.
Può accadere anche quando parlo con qualcuno, ergo se vedete che non sto prestando troppa attenzione a quello che dite, beh...magari sto registrando il nuovo album.
Perchè poi questa "malattia" mi porta a creare musica.
Creare testi e motivetti.
Non conosco le note tanto da riportarle su spartiti o tablature ma la fase creativa c'è.
Questo porta a derivazioni malate che non sto a dire, condite di folli realtà parallele.
Però per me ogni momento ha la sua colonna sonora e spesso anche l'ambiente circostante ne viene condizionato.
Tutto nella mia testa.
Una valvola di sfogo creativa e preziosa.
Ora vado, mi chiamano in sala registrazione.
Silenzio.
Sono in onda.

martedì 3 agosto 2010

Essere...

...dopo il dovere, la responsabilità, la paura e il dubbio.
Essere quello che si sente.
Piccoli passi ogni giorno.
Piccole cose.
Dettagli, accessori, parole, atti.
Dopo anni di "giusti" comportamenti.
Dopo rispettare delle aspettative.
Essere liberi.
Essere se stessi, nella propria complessa interezza.
Rispondendo alla propria morale, dentro di noi, sotto al cielo del nostro mondo!

lunedì 2 agosto 2010

Delle tempeste...

Rivedendo la "Tempesta" di Shakespeare e rileggendo l'interpretazione che ne ha fatta Gaiman su Sandman, sono tornati alla mente vecchie considerazioni sul ruolo dello scrittore o, meglio, del creatore dei mondi immaginari.
Nella nuova serie che ho in mente (solo nelle mia testa, con titolo provvisorio "Fino alla fine del mondo") , avevo in mente di parlare di questo.
Di come sia stimolante e arrogante mettersi a recitare la parte di Dio, anche solo in un processo creativo.
Perchè in fondo si tratta di questo. Creare mondi e manovrarli, metterli in scena e condurli dove si vuole.
Molti dicono che certi personaggi o situazioni si scrivono da sole e spesso prendono vita propria senza che si abbia il controllo su di esse.
Mah...
Non mi ha mai convinto perchè difficilmente li lasciamo andare e quando lo facciamo è per concludere la nostra storia.
Prospero smette di esssere Dio e ritorna a vivere la vita quotidiana.
Lasciando la magia e l'immaginazione.
Un bel finale della carriera di Shakespeare e forse di tutti noi aspiranti scrittori ed inguaribili sognatori.

lunedì 26 luglio 2010

Quel momento esatto!

In cui tutto sembra chiaro!
Ogni sforzo, ogni azione, ogni sensazione hanno senso!
Sì, proprio quello!
Beh...dove sta?
No perchè farebbe proprio comodo averlo in questo momento!
Ti conforterebbe e ti darebbe la carica per proseguire!
Quante volte lo si cerca durante la propria vita?
Spesso ci sfugge, a volte lo si trova e ciclicamente lo si perde!
Oggi per esempio è uno di quei momenti no.
Per carità, mi rendo conto come poi basta ridimensionarlo per superarlo.
E poi non è successo chissa cosa.
Eppure...
Ti manca, ne hai bisogno.
Sembra di essere ingrati a vivere così le cose di poco conto come questa in confronto alle cose vere e tristi che possono accadere.
Ma quella sensazione però...va vissuta e capita.
Deve passare la nottata...devi superare l'ennesimo esame, desideroso di prendere il massimo del punteggio.
In fondo il nocciolo della questione è questo: tornare ciclimamente a noi stessi e dimensionarci.
Fare il punto della situazione.
Poi raccogliere le forze.
In cerca di quel momento che prima o poi arriverà, spesso quando meno te lo aspetti.
Senza mai dimenticare quella ricerca, a volte pretenziosa, che ci fa muovere verso l'ignoto.
Sempre tremendamente affascinante.
E sconvolgente!

domenica 25 luglio 2010

Un coro di lamenti...

...mi circonda e mi contagia!
Ora, si può andare avanti così?
No perchè poi accumulo e poi sbotto.
E' successo l'altro giorno.
Ma poi il coro continua, incessante.
Non è musica gospel o sacra ma direi decisamente un rumore assordante per nulla armonico.
Dissonante.
Niente di neanche vagamente sperimentale ma anzi noto da sempre.
Rumore di fondo, simile a quello post Big Bang...
Ma per niente affascinante.
Forse un giorno imparerò ad ignorarlo e non farmi contagiare.

Forse...

mercoledì 21 luglio 2010

La rabbia!

Cova dentro e ti consuma.

Sembra una cosa orribile e, il più delle volte, lo è.
Non sempre però.
Da cosa nasce e come si alimenta?
Beh ieri questa rabbia l'ho voluta sfogare.
Ed è stato liberatorio.
Non ho ucciso nessuno se non la mia repressione congenita.

L'importante è rispettare l'altra persona.
Attaccarla a priori è sbagliato.
Rispondere dicendo cosa si è provato è lecito e doveroso.
Perchè l'immagine di te mansueta, spesso, lascia spazio al sopruso altrui.
Nessuno è esente da colpe e non siamo solo noi a sbagliare approccio

martedì 20 luglio 2010

Quando arrivano le ruspe...

...spesso mettono alla prova i nostri ricordi.

Semplicemente, ieri hanno buttato giù parte della "fattoria" di casa dei miei genitori.
Devono costruire le fogne, una necessità per tutta la cittadinanza.
Però...
Beh può una vecchia catapecchia lasciarti l'amaro in bocca non appena la vedi sparire.
Sarà perchè ha fatto parte dei proprio luoghi di confort?
Di lunghe passeggiate riflessive?di momenti di gioco ma anche di quelli di lavoro?
In fondo potrebbe simboleggiare anche il mio rapporto con la terra, la campagnia e il mondo contadino dal quale provengo e con il quale il rapporto è stato sempre conflittuale.
Beh, oggi una parte non c'è più ma non è completamente sparita.
Come tutte le cose nella vita, anche questo luogo si evolve...
Ed io lì, in quel momento, ho visto questo movimento.
Con malinconia, vicino a quelle piccole macerie.
Poi, giratondomi dell'altra parte, ho ricominciato a cammminare.

domenica 18 luglio 2010

Facile essere pisciati...

...se si permette di esserlo!
Questo implica mettersi in gioco e nella possibilità di perdere!
Chi non lo fa alla fine non lotta!

La perfezione è un'utopia!Le poche convizioni che si hanno

Ieri, in piscina.

La fiera della carne allo spiedo.
Regno del grasso, del bianco, del riporto e del flaccido.
Poi chi ti compare?
L'insegnante di acquagym.
Abbronzatura uniforme e perfetta, muscoli definiti e perfetti.
Con l'invidia (e la bava) di molti che lo guardavano.
pronti a mezz'ora di esercizi dove si vedeva quanto fosse grande la distanza tra loro e Lui.

Tutti (o quasi) a focalizzarsi a diventare come lui, non al fatto che l'attività fisica fa bene a prescindere.

Beh, carissimo!
La tua perfezione è falsa.
E' solo apparenza.

e non mi interessa.
Corro e faccio una dieta per me, per stare bene.
Con me e basta.
e...non avrai la mia invidia perchè mi fai solo tristezza

venerdì 16 luglio 2010

Il grande capo

Corso odierno a lavoro.Project management, pianificazione e controllo dei progetti.
Partecipazione di molti colleghi.
Domanda sorta spontanea:
Chi di noi è adatto a fare il capo?
L'ho tenuta per me, però.
Anzi, l'ho detta a chi ci tenevo.
Beh, cosa ne è scaturito?
Mille ragionamenti.
Mi è venuto in mente il film di Lars Von Trier (titolo omonimo nel soggetto del post).

La domanda è autoriferita: sono adatto?
chi lo decide?
Ci nasco o ci divento?
A corredo del discorso, filmato di Julio Velasco, da vedere e parlarne.
1
http://www.youtube.com/watch?v=AoR0Svo4tYs&feature=PlayList&p=4E45D4E5F2FF2590&playnext_from=PL&playnext=1&index=10
e 2
http://www.youtube.com/watch?v=911v8WuSorA&feature=PlayList&p=4E45D4E5F2FF2590&playnext_from=PL&playnext=1&index=11

giovedì 15 luglio 2010

A poco a poco, senza accorgersene, arriva il cinismo!

La cottura è lenta.
Ogni giorno, senza accorgersene.
Nessun segno visibile.
A parte quell'espressione vagamente accigliata, senza più un sorriso.
Poi, come epifanie, ogni tanto eccola che la vedi, allo specchio o, peggio, riflessa in chi ti sta di fronte.
Spesso gente che vedi ma non frequenti, con cui parli ma non dialoghi.
E ti rendo conto che qualcosa è successo.
Prima non era così.
O, almeno, è quello che ti dici.

Carnefici della propria innocenza!

E stai lì, in piedi, fissando oltre la finestra, in attesa che il momento passi.

Per tornare a lottare!