sabato 30 giugno 2018

Ellade, quella aspra - Giorno 4, Ancora Meteora e Verghina

Non contento di essermi arrampicato in un monastero, oggi me ne son sparati due.
Uscito dall'albergo inquietante con la padrona ubriaca, salgo di nuovo sù.
Scopro così la storia di Meteora e la vita di questi monaci. Oggi troppo turistica ma ancora segregata.
È difficile spiegare la percezione del senso del limite, della distanza tra il mondo meditivo e quello moderno.
Aree chiuse al pubblico.
Per caso intravedo un monaco che cucina, subito pronto a fuggire dagli sguardi curiosi e inopportuni.
Piccole cittadelle per aria, dove c'è tutto e niente. Lontani dal resto e a rischio di estinzione.
Chissà, sul monte Athos avrò modo di capire meglio l'ortodossia.
Certo è che quell'area proibita nelle chiese, mi attrae moltissimo.
Il mistero del divino è sempre lì,

venerdì 29 giugno 2018

Ellade, quella aspra - Giorno 3, costa di Pelion e Meteora

Alzarsi col suono del mare.
Aprire la finestra e essere inondati dal sole.
Scendere e fare il bagno la mattina.
In silenzio, in una limpida.
Immergersi ascoltando i rumori sottomarini.

C'è da dire altro?

Io non sono un patito del mare. Non amo stare in spiaggia per troppo tempo.
Odio la sabbia e mi innervosisco.
Solo che...qui tutto è fuori dal tempo che il tempo stesso diventa tuo.

Questo anche grazie a Poseidone e Apollo.
Mattinata incorniciare.
Peccato ripartire ma sono contento di aver dovuto espiare per godermelo.
Proprio vero che niente ti viene regalato se non sai coglierlo.

Tornando al viaggio, rifaccio la stessa strada per quella oretta buona che ci avevo messo il giorno precedente sotto la pioggia.
Stavolta metto la musica e faccio le foto godendo dello splendido paesaggio.
Sto ca..o di Giasone! Viveva in una splendida baia e l'hanno cacciato, in cerca solo di guai.
Passano tre ore di una sterminata pianura.
La Tessaglia è lunga e piatta.
Non so cosa mi aspetterà a Meteora ma qui monti e valli sono lontane.

Inciso.
Sto collezionando scontrini dei tremila caselli autostradali. Peggio della Costa Azzurra. Ho conosciuto più casellanti che turisti.
Fine inciso.

Arriva Meteora ed è subito emozione.
Mi sbrigo con le pratiche in albergo e sono subito in giro a guardare in alto. Come New York ma senza il bordello.
Qui solo rocce a punta e vento.
Una bora, praticamente.
Sapete che ho un problema con le altezze?
Ovviamente salgo sui monasteri controllando che gli scalini reggano e i ponti non traballino troppo.
Se prima ero totalmente in sintonia con l'aspetto epico della Grecia, stavolta trovo l'aspetto spirituale a coinvolgermi.
Salire faticando verso il divino richiede molta concentrazione.
La mia acrofobia va a farsi benedere quando vedo icone e mosaici di Gesù e dei vari santi.
Una croce che sorveglia la valle.
I monasteri belli e letali per come sono stati costruiti.
Una buona preparazione per il monte Athos.
Qui in estate si possono raggiungere i 45 gradi di temperatura.
Insomma una vita al limite, ridotta alle sue funzioni primarie. Non solo fisiche ma anche spirituali.
Ha un qualcosa di affascinante la religione ortodossa.
Da approndire, magari incontrando qualche monaco.
Io intanto contemplo.
Un giorno si soffre, un altro si gode.
C'è chi cerca le vacanze.
Io cerco le emozioni.

Ps. Post serio, lo so. Oggi è andata così.

giovedì 28 giugno 2018

Ellade, quella aspra - Giorno 2 Capo Sounio e Termopili

Penso che per molti, viaggiare soli sembra molto strano.
Soprattutto se si è italiani, abituati alla compagnia.
Pensate allora di viaggiare come fa Simone.
Lo dico subito. Sono un cojone.
Stavolta però ho fatto bene l'itinerario, tranne una tappa. Decisa all'ultimo.
Indovinate quale è e com'andata?
In teoria Atene-Pelion prevedeva 5 ore.
Peccato aver inserito Capo Sounio che è esattamente dalla parte opposta.
Prendo la macchina in anticipo, sognando un bagnetto in mare verso sera. Pare che guido un voyager ed è solo un'Astra.
Capo Sounio. Ore 13:15. Tempio e cittadella da scalare. Come da prassi, caldo e sudata ma non troppo che la Gianna di mare allevia l'impresa. Tutto splendido. Egeo e isole da sogno.
Si riparte dopo un'insalata.
Tempo stimato di arrivo 19.
Lungo la strada capisco quanto l'attica del sud sia praticamente una propaggine di Atene.
Ad un tratto il paesaggio brullo fa posto al verde e comincia lo spettacolo.
Arrivato allo stretto delle Termopili si apre un set da sogno. Alte montagne ai lati e una valle che si schiaccia in prossimità del mare.
Leonida e i 300 spartani hanno scelto un bel posto per morire.
Sale il fomento.
Il colle dove si erano nascosti è piccolo ma molto d'effetto.
Non sono mai stato uno spartano ma qui forse tutto ha un senso.
Riparto contento delle suggestioni avute.
Tempo di arrivo: ore 21.
Richiamo il tipo che mi aspetta per darmi le chiavi e mi dice che è un problema.
Devo sbrigarmi.
Comincia a piovere e lascio l'autostrada 1 per andare a volos, dai fottuti argonauti. Le uscite ovviamente non sono tutte aperte e perdo altri 10 minuti.
Dopo un po' finisce la superstrada e giro verso le montagne.
Ora, il monte Pelos è alto 1600 metri circa.
Dalle strade scendono fiumi di acqua, quasi peggio che in Liguria o dalla collina dell'acquedotto di Santa Lucia quando piove assai.
Ovviamente si fa la fila per i lentoni del paese.
Poi ci si mettono i cani.
E salgo.
Poi i dirupi.
E salgo.
Poi i tornanti.
E salgo.
Poi i cavalli liberi.
E salgo.
Finisco dentro in una nuvola, come una nebbia, e ad un certo punto davanti mi sembra di vedere che la strada finisce in un lago.
Scopro che non è fortunatamente così.
Un grosso parcheggio.
Vuoto e allagato dalla pioggia.
Ne segue un altro. Uguale.
Con una faccia poco intelligente ma molto interrogativa mi chiedo perchè.
La risposta non tarda ad arrivare.
Sono stazioni sciistiche.
Non dovevo andare al mare.
47 km con un disvlivello di 2000 metri assoluti.
In un'ora.
Giunto sulla cima mi sembra di essere da Zeus che evidentemente non mi ama.
Forse perchè prima ho ammirato il tempio del suo concorrente Poseidone.
Incomincio a scendere e perdo il senso della vita.
Mi abbandona parte del supporto tecnologico nel mentre.
Arrivo sul mare quasi come una catapulta.
Il luogo dell'appuntamento è chiuso da lavori.
Dopo 3 telefonate in un inglese incomprensibile e qualche vano segnale con le mani,trovo il tizio.
Mi odia ovviamente ma io di più.
Di me e delle mie idee sciagurate.
Strade con pendenza 12%.
Ceno e sta cazzo di pioggia non smette.
Scarico la macchina e arrivo zuppo in camera.
Accendo il phon e per poco non esplode.
Ora sono sul letto e rifletto:
Gli argonauti non avevano riportato anche quella porta sfiga di Medea?
Più profonda: ma io, esattamente, perchè faccio queste cose?

Domani la rifaccio di nuovo e spero di incontrare Zeus per dirgliene quattro.

mercoledì 27 giugno 2018

Ellade, quella aspra - Giorno 1, Atene

Per la seconda volta viaggio in solitaria.
Per scelta, dettata dalla necessità ma anche dall'oppotunità.
Si comincia dalla capitale.
Appunti sparsi.

Qui ci sono bancomat ovunque. Ok il turismo ma non c'era la troika a comandare. Da indagare quando se ne avrà l'opportunità.

I gatti sono ovunque e amano decisamente le rovine. Chissà, magari una volta erano imperatori o tiranni.

Il greco moderno suona strano. Io, che sono crescito nel culto di micenei, cretesi e i cavalieri dello zodiaco, pensavo fosse più drammatico mentre sembra solo molto malinconico.

Atene è meno peggio di come la ricordavo. Non è bella ma credo che la si apprezzi molto se solo si allunga lo sguardo. In alto e con l'immaginazione.

Il museo nazionale è tenuto meglio di quello del Cairo, solo con la variabile di quante sale apriremo oggi. Ovviamente io che cerco Prassitele o Lisippo rompo le balle ai gentilissimi supervisori delle tante stanze. Bellissime.

Non vi fomentate se sentite parlare di Messenia, Arcadia o Laconia. Boh, per me certe parole aprono mondi.

C'è un modo di percepire la raffazzonatura tutto greco. Poi vedere passare la linea metro sotto l'Agora mi ha messo un'ansia. Peggio della fermata metro C del Colosseo.

Piove anche ad Atene e pure forte. Non fa caldo ma la birra Mythos fa sempre il suo dovere.

Cosa mi aspetto da questo viaggio? Domande o risposte. Tanto saranno casuali e credo molto interessanti.