sabato 20 agosto 2022

Australia: perdersi down under - Giorno 9, El Questro 2

Essendo sabato, stasera si è fatto tardi...prima delle 22. Un giorno mi adeguerò a questi orari invernali e anglosassoni.
Comunque, cosa dire di oggi?
Innanzitutto, la mia ansia riesco sempre a metterla in gioco così stamattina abbiamo preso un elicottero.
Senza porte.
Con io davanti.
Un giorno mi sarà chiaro perché esiste questa sfida dentro di me. Forse mai.
So solo che alla fine è stato bello.

Dopo un rigenerante bagno in acqua calda di sorgente sono palme e soprattutto roccie vecchie di un miliardo di anni (?), è uscita fuori l'idea di andare verso nord. L'oceano.
Ora, se non vi è ancora chiaro cosa vuol dire guidare nel nord dell'Australia, pensate che tra andata e ritorno avremo fatto 160 km in cui avremo incontrato sì e no 10 macchine (pardon, fuoristrada 4WD) su una strada asfaltata, incontrando solo saliscendi, colline di eucalipti, incendi e piccoli vortice di fumo nero.
Il tutto per arrivare al porto desolato della città di Wyndham, famoso per un cimitero dove sta seppellito un qualche pioniere dell'800, i coccodrilli di acqua salata e la pesca del barramundi, pesce ignoto a me fino a 5 giorni fa ma molto buono.
Scesi dalla macchina, il sole mi ga letteralmente cotto tanto da scappare alla ricerca di un posto per un pasto veloce.
Difficile impresa in un posto dimenticato da Dio.
Troviamo una bakery per caso (ripeto, vista l'ora non c'era veramente nessuno in giro). Ci sediamo e scopro che la famiglia che l'ha aperta viene da Perth poiché il figlio faceva l'elettricista lì (c'è un porto che deve avere un suo senso che non ho trovato vista la profonda insenatura marina vittima di chilometriche maree) e quindi ha detto alla famiglia di venire perché lì vedeva...business.
945 abitanti, temperature oltre i 40 nella stagione umida con 200% di umidità mentre ora siamo sui 35, almeno 100 km dal paese rilevante più vicino (Kanunurra), pub fallito (Linda ne ricordava uno), un motel decaduto e poco altro. L'unica cosa a suo favore è che credo sia un punto importante per la comunità aborigina.
Ora...
Devo dire questo.
Agli australiani voglio già un mondo di bene. Sono gentili e disponibile. Per nulla arroganti. Solo che non riuscirò mai a capire bene cosa li spinge a fare queste scelte di vita.
La famiglia di fornaio ha ricevuto il mio supporto avendo fatto un lauto pranzo (cose buone, tra l'altro) e va bene così.
Forse sta qui un altra chiave di lettura di questo paese che sfugge a chi come me è pieno di pregiudizi su quali siano le cose sensate da fare nella vita.
Ecco, cercare un senso forse non serve.
Anche perché non si spiega perché andare lassù o prendere un elicottero se si ha paura della perdita del controllo.
Misteri.

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