martedì 26 aprile 2011

Pochi attimi per essere altrove

Piove leggermente sul parabrezza praticamente da quando sono in macchina.
Umore variabile come il tempo degli ultimi giorni.
Musica scelta non a caso.
Poi ad un tratto quell'odore di erba bagnata che invade l'abitacolo dal finestrino leggermente aperto.
E sono altrove.
Sono giorni che noto e faccio notare come sia così acceso il verde dei paesaggi di questo periodo, come mai avevo notato.
Ho girato parecchio l'Italia ultimamente.
In macchina, non guidando mai.
E osservavo, spesso estraniandomi dal contesto, dalle chiacchiere, dalla confusione.
Guardando questi verdi e stupendomi di come spesso non notavo il succedersi delle stagioni, di come ognuna di queste richiami qualcosa dentro di me.
Facendo vibrare, quasi in risonanza.
Basta poco.
Per esempio, anche se non ho un olfatto particolarmente sviluppato, vengo rapito da certi odori stagionali che mi richiamano tanti ricordi.
Spesso rimossi, dolorosi, intensi o speciali.
Che si dimenticano.
Dopo il lampo, scende avvolgente un senso di malinconia.
E immagino la mia mente correre sorvolando i prati battuti dai venti, che piegano gli alberi.
Vortici generati a tempo di quella musica che popola la testa.
Tutto quel movimento che finisce per ricongiungersi in un punto solo, il big crunch della mia mente.
E ritorno dal viaggio.
Facendo i conti con lei, compagna di viaggio onnipresente.
E si va avanti.
Prossimo brano.