mercoledì 22 aprile 2015

Essere Donald Draper

In poltrona, seduto, con una sigaretta e un drink.
Poi all'improvviso cominciano a crollare le pareti, i mobili, i solai.
E ti trovi a cadere anche tu, da un altissimo grattacielo pieno di specchi.
Nella caduta vedi solo pubblicità ammalianti che sembrano guardarti e seguirti.
La caduta arriva alla sua fine e ti ritrovi di nuovo in poltrona, seduto, con la stessa sigaretta e il solito drink.


Quello descritta è la sigla di Mad Men.
Uno dei telefilm che più di affascinano degli ultimi anni.
Dove la ricerca di identità è praticamente il tema di fondo di ogni personaggio.
La scelta se sia meglio vendersi al mondo, come un prodotto pubblicitario, o seguire la propria indole.
Essere arte o commercio.
Illudersi di diventare qualcosa che si desidera o avere il coraggio di essere mediocre.

In ogni puntata va in scena la tua recita col mondo e con te stesso.
In cui apparentemente non avviene nulla ma succede tutto.

Soprattutto turbamento per come si riesca ad essere empatici verso personaggi così meschini da non avere il coraggio di ammettersi quello che si è.

Tu sei Donald Draper.
Un'identità che non esiste ma ti costruisci inevitabilmente.
Che viene cade a pezzi quando viene smascherata ma alla fine ritorna perché chi sa vivere senza una maschera?