sabato 27 aprile 2019

Cupe Vampe, Giorno 5 - Approdo dei re

L'ultimo giorno di questo breve viaggio nei Balcani è dedicato alla vecchia Ragusa che ora si chiama Dubrovnik.
Una città di mare ai piedi della montagna, con delle mura ciclopiche e un architettura tardo barocca molto bella.
Un grosso neo: il turismo eccessivo e i prezzi allucinanti di tutte le cose.
Ad ogni modo tutti i suoi trascorsi storici sono molto intriganti ed interessanti.
Peccato però che per tutto il giorno mi risuonava nel cervello solo questa cosa: la sigla di Game of Thrones.
Tutto.Il.Santo.Giorno.
E mentre mi facevo a piedi tutta la cinta muraria mi saliva il fomento.
Questo la dice lunga sulla mia sanità mentale e di come le storie, sia reali che immaginarie, hanno una forte presa su di me.
Si mescolano e creano quell'incoerente mix di cultura pop e cultura seriosa che rimbalza dentro il mio cervello.

Questo per dire che questo viaggio ha attraversato diversi stati d'animo legati alla storia del posto e alle suggestioni suggerite dalle mie conoscenze generali.
Le riassumerei con viaggi stratificati, dove non è più importante quale livello sia interessato ma come si mescolino tra di loro.
Sono contento di aver seguito l'istinto che mi suggeriva di andarci. Senza star troppo a pensare se fosse più o meno opportuno.

venerdì 26 aprile 2019

Cupe Vampe, Giorno 4 - Tra fiumi e montagne col misticismo

La Bosnia-Erzegovina è un luogo tremendamente spirituale.
Sarà per le molteplici montagne che l'attraversano impedendo assembramenti consistenti, riducendo il numero delle persone agli spazi facilmente raggiungibili.
Tagliate di netto da molteplici fiumi dalla portata consistente dove il costante rumore dell'acqua crea un tappeto sonoro accoccolante.
La molteplicità delle culture presenti ha creato la necessità di ribadire ogni credo ed identità arrivando all'apparente paradosso di un sincretismo in definitiva tremendamente affascinante.
Il monastero sufi dei dervisci Blagaj o il paesino ottomano Pocitelj sono piccoli gioielli a ridosso delle montagne con splendidi fiumi che li solcano.
Magari non sacri ma sicuramente spirituali.
Col tempo clemente e di buon passo, la passeggiata ti mette in pace col mondo.
Mi sembra sufficiente, no?

giovedì 25 aprile 2019

Cupe Vampe, Giorno 3 - Brucia la biblioteca di Sarajevo città

Sono su un ponte. Tra poco passerà l'arciduca Ferdinando. L'ho ucciderò così dimostrerò che la nostra causa deve essere perorata. Sono Princip, un ragazzo.

Sono oltre quel ponte, sta bruciando una biblioteca. C'è gente che cerca di salvare i libri ma io sarò infallibile, qui col mio mortaio. Sono un serbo/bosniaco, un ragazzo

Sono appena arrivato da Istanbul. Renderò questa città un esempio della multiculturalità. L'islam porterà fine ai conflitti tra i cristiani di queste terre. Costruirò strade, ponti e moschee di fianco a chiese e sinagoghe. Sono Solimano il Magnifico, un turco.

Sono qui per rendere la Bosnia il fiore all'occhiello dell'impero austro/ungarico.
Qui creerò palazzi neo-moreschi per far studiare tutti. Sono l'imperatore Francesco Giuseppe, un austriaco.

Io non so come descrivere Sarajevo senza considerare queste e altre cose.
Non si possono ignorarle soprattutto quando vedi tutti quei fori di proiettili sui muri.
Sarajevo è bella, a ridosso di una valle con tutte le sue montagne.
Per i suoi palazzi, la luce e la natura.
Soprattutto per la sua gente. Che è rimasta o è potuta rimanere. Oltre la guerra e le conquiste.
La Gerusalemme d'occidente resiste ancora. Di nuovo. Probabilmente lo farà ancora se ricadiamo di nuovo nella nostra cecità.
Nel giorno della Resistenza d'Italia al regime fascista mi sento di celebrare questa città, simbolo di un popolo che nei secoli non ha mai smesso di subire.
Neanche di reagire, spesso da solo.
Io voglio non dimenticarlo.

mercoledì 24 aprile 2019

Cupe Vampe, Giorno 2 - Quei racconti che non so

Non ho potuto conoscere mio nonno.
Morto troppo presto, forse per le conseguenze della guerra sul suo fisico già debilitato.
È partito per il fronte ed è stato in Dalmazia.
Non so molto altro.
I suoi racconti li ha sicuramente condivisi coi suoi amici e parenti ma poco con la sua famiglia.
Di lui mi sfuggono molte cose.
Questo ha dato adito a creare una figura distorta.
Stando qui ho provato ad immaginare cosa avesse visto lui, qui.
È uno strano meccanismo di cui necessito per colmare dei buchi.
Ho come il sospetto che gli erano piaciuti.
Monti, valli e una terra piena di rocce. Dura da coltivare. Orizzonti ampi.
Mi ricorda molto il mio Abruzzo. Un luogo pieno di storie tramandate, di piccoli agglomerati di case che sembrano grandi quanto la narrazione lo richiede.
Tutto è in qualche modo collegato a lui, nonostante io non l'ho mai visto in quel contesto.
È una strana sensazione ogni volta e lentamente sto provando a definirla.
Essere venuto qui mi aiutato.

Mostar.
Una valle che si apre su una pianura.
Più suggestiva la sera, al nostro arrivo.
Un luogo di connessione tra popoli. Luoghi che per me suscitano un fascino particolare, dove le cose si mescolano e non si sa dove finiscono.
Il tema di molti dei miei ultimi viaggi.
Le zone di confine.

Medjugorie
Sono seduto fuori, nella parte posteriore della chiesa.
Un grande anfiteatro di panchine, allestite per un grande evento.
Gruppi di persone cantano e suonano. Insieme o da soli.
Pace.
Basta solo questo per percepire meglio i santuari.
Sto bene.

Cupe Vampe, Giorno 1- Dall'altro lato del mare, quello che scordiamo spesso

Non c'è un motivo razionale per pensarci ma, di fatto, è così: questo lato d'Europa, esiste ed è praticamente sconosciuto.
Non parlo della sua costa, splendida e adatta ad una villeggiatura.
Questo piccolo viaggio, per me, significava andare oltre quelle montagne costiere.
Verso un luogo dolorosamente sconosciuto.
Prima, però, inizi dal mare.
Che costa.
Se provi a guardare dal bus verso l'orizzonte, non riesci mai a vederlo lineare.
Laggiù c'è il tuo paese che viene coperto da un'infinità di isole che giocano con la prospettiva e il senso della profondità. Non è solo acqua ma tante piccole terre, ognuna con una piccola storia da immaginare.
E intanto sali per scavalcare verso l'ignoto.
Lasciandoti dietro l'approdo di tanti, re o mercanti che fossero, per guardare (o guardarsi) dentro.
Arriva una frontiera, antico concetto per questa Europa desiderata unita.
Lenta, isolata, brulla.
Ed entri nelle innumerevoli valli con deserti verdi. Alte montagne solcate da fiumi.
Un Abruzzo ancora più stratificato, dove nulla è dritto e tutto è andato storto.
Sono passati anni dal conflitto e la prima cosa che ti colpisce è la distanza dal resto. Il mare è geograficamente vicino ma l'hai già dimenticato.
Le strade sono strette, poche case sparse, paesini vuoti, cimiteri e tanta natura.
Non hai voglia di parlare perchè non ne vedi il senso.
Per calarti dentro, serve solo lo sguardo.
Zitto, aspetti la prossima curva.
In attesa di vedere quel ponte che fu fatto crollare per dimostrare il potere a questa natura aspra e alla gente la abita.
Tu, che vieni dall'altra parte del mare, non puoi capire veramente cosa significhi.
Ma ci provi lo stesso.
Ritenta.
È ancora troppo presto per riuscirci, ben sapendo che potresti non riuscirci mai.