lunedì 20 agosto 2012

[Islanda] Lassù, così lontano e così vicino al centro della Terra

E' difficile esprimere cosa rimane di questo viaggio. O, meglio, è difficile esprimerlo. Ci sto provando con chi ne ho parlato. Tante cose. I paesaggi, immensi e violenti, l'allegra compagnia di gente tutta diversa, ognuna con la propria storia che si è portata dietro e l'ha riversata in questo contesto, la popolazione locale, distante, gentile ed interessante. Tante foto, filmati, considerazioni. Poi la musica che contestializzava quanto i nostri occhi riuscivano a scorgere. Ognuno ha creato la sua immagine, a volte difficile da filtrare da tanta bellezza. E' inevitabile che ogni foto sembri una finta cartolina e può risultare senza un personale spessore. Fortunatamente non tutti sono così. In alcune ho cercato di catturare un'emozione. Può essere una corsa in libertà su un prato di muschio o uno sguardo assorto e contemplativo che rapisce. Forse scendendo su un piano più tattile, il tentativo risulta più efficace. Allora posso dire che mi manca quella sabbia nera finissima, soffice e fragile. Quei muschi dai colori cangianti. Neri, verdi o bianchi sui quali camminarci sopra dondolando e lentamente affondando. Vicino ad una cascata, sdraiati al sole, lasciandosi andare al moto delle nuvole. E quel vento freddo, spesso insistente, che sembrava portare echi glaciali di storie ancestrali. Letteralmente perdersi semplicemente camminando, rimanendo solo senza la paura della solitudine. Perchè poi bastava dirigersi in quei centri abitati piccolissimi e trovare una dimensione umana essenziale. Ecco, il punto potrebbe essere questo. Riconoscere l'essenziale delle cose. L'Islanda è un paese occidentale. A suo modo comodo. Soltanto che le cose non sono tutte accessibili. Tutto cambia, a causa dei vulcani, col concreto rischio di perdere la propria casa e la propria terra da un giorno all'altro. Questo rapporto con l'essenziale può essere brutale e fastidioso. E' un paese per ricchi. E non solo perchè servono molti soldi per vivere secondo certi standard o per visitarla. Bisogna essere ricchi di emozioni per capirla, almeno quel poco che basta per farsi sommergere. E' vero. Qui Verne collocò l'entrata al centro della Terra. Che può anche significare entrare in una dimensione intima, a contatto con le proprie emozioni quasi senza filtri. Sei lì e contempli. Le emozioni si accavallano. Te le tira fuori, rompendo tutte le proprie difese che nella vita di ogni giorno tentiamo di arginare. Davanti ad una cascata ho avuto paura. Pura paura di quella forza. Non so dire altro. Non sto spiegando niente di specifico e certe parole potrebbero risultare retoriche. Potrei anche tenere queste emozioni dentro, tutte per me. Credetimi, ne ho talmente tante che penso che possano travolgermi come quella cascata. Allora le scrivo anche per sentirle di nuovo. Ma non la stessa cosa. Fidatevi, andare lì è un'altra cosa. Ognuno sperimenterà cose diverse e sarà colpito da cose diverse. Chi mi conosce sa che sto condividendo questa esperienza perchè penso che vada fatta. Spero che molti di voi possano farlo. Poi magari quando si torna, scambiarsi soltanto uno sguardo. Senza futili parole e spiegazioni, rimanendo lì a contemplare le emozioni che si sono provate, in questo lungo viaggio in questa terra ai confini del mondo.