mercoledì 27 settembre 2017

[Pura Vida in Costa Rica] Altipiani Centrali, Monteverde - 10°16'25.3"N 84°49'15.2"W - Nel vuoto

Ho sognato di rimanere sospeso nel vuoto su una grossa voragine.
Un enorme cratere della Terra.
Appeso su un cavo d'acciaio che doveva permettermi di oltrepassarlo ma che sfortunatamente mi ha fermato proprio al centro.
Quel senso di vuoto mi ha fatto risvegliare.
Ha influenzato il mio rapporto col suolo per qualche giorno.

Non è la prima volta.
Il mio rapporto con le altezze è molto semplice.
Mi danno fastidio. Fortunatamente senza malori ma posso dire tranquillamente che i miei incubi si ambientano comodamente dentro edifici alti e pericolanti.

A questa apparente, saggia consapevolezza sono solito sommare la cocciutaggine e quel senso di sfida che in qualche strano modo si monta e mi fa fare così da cui dovrei tenermi lontano.

Perfetto.

Sono su una zipline. Un cavo di acciaio, qualche imbragatura e parecchi metri che separano una piattaforma dall'altra, nel vuoto.
A quasi 40 metri da terra, con in mezzo alberi alti 20.
Sono fermo.
La discesa lungo il cavo si è arrestata a circa 20 metri dalla piattaforma.
La colpa ovviamente è mia.
Mi sono buttato nel vuoto ma non fino in fondo. Quindi ho frenato troppo.
Alzo lo sguardo e vedo i miei compagni di viaggio che mi incitano a girarmi e a trascinarmi verso di loro usando le mani aggrappate al cavo.
Ed io...fatico a capire.
Provo a raccogliere le idee.
Pochissimi secondi prima avevo la bocca aperta piena di stupore.
Guardavo il mondo da una prospettiva diversa.
Avevo scelto di non mantenere i piedi per terra.
Troppo spesso me lo hanno detto.
E' stupendo ed inquietante allo stesso tempo.
Quindi che faccio?
Dilemma di pochi, intensissimi istanti.


Poi esci fuori un sorriso.
Alzo le mani.
Mi giro e comincio a trascinarmi verso la destinazione.

Quel sorriso rimarrà stranamente stampato sul mio viso per il resto della giornata.




Poi scopro che dopo ci sarà bisogno di lanciarmi tra gli alberi come Tarzan.
E si ricomincia...

martedì 26 settembre 2017

[Pura Vida in Costa Rica] Puerto Viejo de Talamanca - 9°39'14.4"N 82°45'20.5"W - Altri Caraibi

Sembra che Cristoforo Colombo sia naufragato in questo lato dei Caraibi nella sua quarta e ultima missione alla scoperta, inconsapevole, di un nuovo mondo.
Ne fu talmente impressionato da chiamare questa terra Costa Rica, attento forse più agli apparenti ori indossati dai nativi che allo splendore lussureggiante della natura.
Poi la storia è andata in tutt'altra direzione, relegando questo territorio ad un ruolo di secondo piano.
Difficile da colonizzare e non adatto alle grandi piantagioni che gli europei volevano sfruttare.

Tutto questo mentre sono in barca lungo un canale che costeggia quasi metà di questo lato marino del Costa Rica.
Il rumore del motore della lancia non permette molte chiacchiere.
Qualche urlo di sorpresa legato all'avvistamento di qualche nuovo animale esotico e poco più.
Del resto, la natura chiede violentemente di essere contemplata e nessuno ha il coraggio, ne la voglia di contestarla.



Più a sud, cominciano quelli che dovrebbero essere i Caraibi.
Quella parte, più nera rispetto al resto del paese, che vive al ritmo del reggaeton e della cultura giamaicana.
E' alta stagione, visto il tempo, ma nelle spiagge non c'è quasi nessuno.
Avete presente quando ci si immagina passeggiare lungo la battigia sfiorata dalle palme, su una sabbia chiarissima e un mare azzurro? Non credo debba aggiungere altro.
Unitela alla possibilità di visitare un piccolo parco pieno di animale e poi, senza soluzione di continuità, andare a fare snorkeling in piccolo tratto di barriera corallina.
Tutto senza averlo pianificato, a malapena organizzato al momento, senza la minima necessità di pensarci più di tanto.
Ricorrerà spesso, durante il viaggio, la stretta interazione tra pensiero ed azione.
Ad un'idea segue la sua realizzazione.
Il ritmo, più lento, non genera pensiero fine a se stesso. Al massimo può portare alla semplice contemplazione.





All'arrivo della sera ci si ritrova a bere intorno ad un tavolo, sulla baia.
Qualche chiacchiera, qualche risata.
Ogni tanto si allunga lo sguardo verso il tramonto.



lunedì 25 settembre 2017

[Pura Vida in Costa Rica] Tortugero - 10°32'33.3"N 83°30'10.8"W - Primi giorni

C'è uno strano silenzio.
Nulla a che vedere con quello che segue l'inizio di un concerto di musica classica o quello dopo un urlo della maestra.
Per cercare di capire ho bisogno di chiudere gli occhi.
Sembra strano farlo. Normalmente li si aprono, in modo da sopperire alle mancanze di altri sensi. In questo caso l'udito.
Il punto è che non è un assenza di silenzio.
Si tratta di un ritmo diverso, difficile da descrivere.
Sto tentando di percepire.
E' strano. Non so quante persone aguzzano l'orecchio con l'intento di percepire qualcosa.
L'unico esempio che mi viene in mente è quando si ascolta il battito del cuore. Non del proprio ma quello di un feto in formazione.
Devi escludere tutto per focalizzare verso qualcosa.



Sono nella giungla.
In canoa.
Lungo un canale.
E da qualche parte, sicuramente, c'è qualcosa di straordinario che si nasconde ai miei occhi. Intanto l'acqua scorre sotto di me e i raggi giocano con la luce e le nuvole per farmi impazzire.

Adesso la luce non c'è.
O almeno quella del sole.
Sono da un'altra parte.
Il caso ha voluto che ci sia la luna e che dal mare arrivino le tartarughe.
Che tornano a casa per deporre le uova



.
Ne saranno centinaia. Deposte lentamente.
E di nuovo torna il silenzio.
Ti chiedi dove sia il senso di questa fatica. Di questo rischio. Di questa violenza naturale.
La natura gioca su equilibri. Quelli instabili e violenti di queste latitudini dove il cielo, la terra e il mare spesso sono in conflitto per stabilire il vincitore.
Solo per questo turno, però.

Al Tortugero tutto ogni cosa è condizionata dall'acqua. E' ovunque e non permette altra regina che non sia lei.
Arrivi e te ne vai in barca. Ti sposti ed esplori solo se lei ti autorizza.
Vivi tu e tutto il resto in funzione di lei.
Il viaggio in questo paese inizia da qui. Ad un estremo, vicino al Nicaragua. Così lontano e così vicino.
Questa terra è stata risparmiata dalla forza dell'uomo. Qui ha sempre perso ma ci sono momenti in cui si percepisce di essere in una bolla verde, quasi eterna nella storia, con un intorno un rosso tinto del sangue di tutto il centro America.
Tornerà spesso questa sensazione di privilegio.
Il Costa Rica è un'eccezione che cerca di confermare la regola.
Quella della bellezza che si trova tra le righe, tra le superfici corrugate della storia.
Dove l'eccezionale si nasconde nel banale.
Che sia una scimmia che salta tra gli alberi o una tartaruga si muove nella spiaggia.
Semplicemente, pura vida.