lunedì 2 agosto 2010

Delle tempeste...

Rivedendo la "Tempesta" di Shakespeare e rileggendo l'interpretazione che ne ha fatta Gaiman su Sandman, sono tornati alla mente vecchie considerazioni sul ruolo dello scrittore o, meglio, del creatore dei mondi immaginari.
Nella nuova serie che ho in mente (solo nelle mia testa, con titolo provvisorio "Fino alla fine del mondo") , avevo in mente di parlare di questo.
Di come sia stimolante e arrogante mettersi a recitare la parte di Dio, anche solo in un processo creativo.
Perchè in fondo si tratta di questo. Creare mondi e manovrarli, metterli in scena e condurli dove si vuole.
Molti dicono che certi personaggi o situazioni si scrivono da sole e spesso prendono vita propria senza che si abbia il controllo su di esse.
Mah...
Non mi ha mai convinto perchè difficilmente li lasciamo andare e quando lo facciamo è per concludere la nostra storia.
Prospero smette di esssere Dio e ritorna a vivere la vita quotidiana.
Lasciando la magia e l'immaginazione.
Un bel finale della carriera di Shakespeare e forse di tutti noi aspiranti scrittori ed inguaribili sognatori.

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