venerdì 8 aprile 2016

Sotto i ciliegi in fiore - Giorno 2 - Le vie di Tokyo sono...ignote

Conosco tanta gente che si perderebbe pure girando dentro la propria casa.
La cosa ovviamente mi fa abbastanza incazzare ed è forse la cosa che più fatico a comprendere delle persone.
Unita magari ad un atteggiamento di totale abbandono alle mie capacità di farlo. Come si la cosa non fosse per me una fonte di stress. Essere consapovoli di dove si è permette di potersi abbandonare.
Non è un caso che io giri le città un po'a caso, facendomi guidare dalle suggestioni che il posto offre in quel determinato momento. C'è chi la chiama psico-geografia. Lasciarsi guidare dalla testa.
Tokyo è quel tipo di città dove capire dove ci si trova è dannatamente difficile.
Non ci sono cartelli col nome delle vie. Quindi se vuoi andare in posto, punti la mappa e (ti) dici : "voglio andare qua".
Allora parti e metti in conto di non arrivare.
Aggiungete poi le persone generalmente non parlano inglese e se lo fanno passi la metà del tempo a dirti che la esse stranamente si pronuncia sci e cose del genere.
Oggi un appuntamento perso da qualche parte tra due ferrovie e uno scambi di battute con tassista concluso con un teutonico Eine Moment.
Accettato questo rischio Tokyo diventa una sorpresa.
Non chiedete ai passanti un informazione.  Potresti starci a parlare per ore per poi non concludere nulla e lasciarsi con un circostanziato e laconico Arigató.

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