mercoledì 6 aprile 2016

Sotto i ciliegi in fiore - Giorno 1 - Espiazione e inclusione

Se dovessi pensare ad un posto dove sentirsi allo stesso tempo tanto piccolo e tanto grande mi verrebbe in mente quando si è sopra un aereo, in un volo a lunga percorrenza.
Se poi il volo é mezzo vuoto scopri una strana forma di spirito di soppravivenza: la corsa ad accaparrarsi i posti a 3 per sdraiarti e dormire.
Già così certi viaggi diventano processi di purificaziohe atti a spurgarti dai pensieri spazzatura che popolano la vita di tutti i giorni.
Espiazione e rinascita.
All'insegna della pioggia.
La tua prima esperienza giapponese é la primavera caduca dei ciliegi in fiori, accelerata dalla pioggia.
Tokyo è nuova, tentacolare, moderna. Eppure la prima impressione è di fusione. Anzi di compenetrazione.
Qui gli edifici durano massimi 20anni e si rifanno nella stessa forma.
Strano rapporto col passato. Celebrativo e ingombrante nella sua immutabilità per noi occidentali, liquido ed estetico qui.
Per esempio uscito dall'hotel mi sono trovato dentro un tempio budfista con uno splendido giardino, curatissimo e rigoglioso.
Qui sono molte le situazioni di piena esperienza estetica e sensoriale.
In un contesto che richiama all'opposto scenari alla blade runner (Tokyo è una delle fonti di ispirazione della città del film).
Mi riservo di viverne altre anche per spiegarle meglio.

La cena coi colleghi è stata al solito una bella esperienza di melting pot.
Due italiani, un tedesco, un francese e cinque giapponesi.
Di questi solo noi italiani non viviamo qui.
Si è parlato di sport, Tokyo, Yakuza, Anime (cartoni animati), economia e rivalità storiche coi popoli vicini.
Non ho riscontrato quella famosa riservatezza ma sicuramente molta gentilezza.
Intanto inizio un nuovo giorno intravedendo da lontano il monte Fuji. Bellissimo

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