giovedì 26 settembre 2013

Tutti i talk show che vuoi....e non desideri

Avevi in mente una serie di post relativi alla comunicazione nell'era digitale.

Il primo riguarda i millemila talk show che oramai imperversano nei vari canali generalisti, insieme ai programmi di cucina e di gente che canta.

Avete notato quanti ce ne sono?
Vi siete chiesti come mai?

Beh, innanzitutto costano pochissimo e rendono parecchio.
Molteplici pause pubblicitarie e costi di produzioni bassi.
Ai politici piacciono troppo perché senza tante stronzate che dicono non farebbero notizia.
Ai non politici fa figo crearsi proseliti tra il pubblico smerdando il personaggio di turno.

Da semplice spettatore ti chiedi spesso: "Ma alla fine che hanno detto? ho capito qualcosa?"
Cercate di filtrare la rabbia e la partigianeria che suscitano.
Non è facile perché tante cose ci toccano troppo da essere obiettivi relativamente ai fatti/dati che ne escono fuori.

E' come essere in una riunione dove si presume ci sia un'agenda ma dopo appena due minuti già le urla e le frustazioni la fanno da padrona.
Per poi uscirne (dopo le classiche due ore) senza aver concluso nulla e chiedendoti "perché.".
Col punto e non quello interrogativo.
Perché la risposta non è necessaria, come se lo scopo non sia cercarla.
Ma vomitare parole in un tremendo flusso di coscienza.
Anzi un flusso di viscere, spesso putrefatte.

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