domenica 16 marzo 2014

[Trasferta ammerricana Day One] Arrivo in New Jersey

Ogni partenza denota uno stacco con la routine.
Azzeri. Spegni. Parti.
Non parlo di vacanza perché questa non lo è, almeno non nel senso assoluto.
Capita poi di farla da solo e prende un'altra valenza.
Otto ore di volo ti allontano fisicamente da molte cose.
C'è di mezzo poi un oceano.
Ed infatti alla vista della terra ferma capisci di essere da un'altra parte.
Vedi Long Island, gli Hamptons, le isole.
Ordine, spazio, ripetitività.
Alla dogana durante una fila immensa pensavo agli immigrati dei secoli scorsi e a quelli attuali.
Che tipo di pensieri facevano chi magari aveva abbandonato il paesello.
C'ho pensato perchè in aeroporto ci sono stato quasi un'ora per poi finalmente uscire e farmi un bel pezzo di Brooklyn, Staten Island e New Jersey.
Questa è la terza volta che arrivo negli States e al JFK anche di più.
L'autista della macchina mi racconta della crisi che ha colpito parecchio pure qua. Di come abbia cambiato lavoro e perso un sacco di anni di esperienza nel suo lavoro precedente per fare questo.
Parliamo di viaggi e mi rendo conto di quanto tanta vastità geografica renda il resto confuso e irraggiungibile.
Mi è parso di vedere scoramento nelle sue parole.
Anche qui, nella terra della libertà, a speranze non è che siamo messi bene.
Arrivo in albergo e scopro che il mio adattatore non va bene per il laptop.
Me lo dovevo ricordare perchè già mi era successo due anni fa.
Grazie al personale dell'hotel mi faccio accompagnare ad un centro commerciale (ovviamente andare a piedi neanche può essere considerato), lo stesso dove sono andato al cinema due anni fa a vedere un film trashone.
Che dire, come le cose ritornano.
E' sabato, c'è un casino di gente che gira.
Come ovunque, nei centri commerciali.

Sono diventato un incubo per quelli dell'hotel. diecimila domande.
Hanno avuto pietà di me.

Mi rendo conto che ho scritto un po' di cose a caso. Sono sfasato. Non solo per il fuso e la stanchezza del viaggio.
Ho bisogno di risettarmi e cominciare a parlare decentemente.
Un po' di sano "lentismo" americano.

Si comincia...

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