mercoledì 24 aprile 2019

Cupe Vampe, Giorno 1- Dall'altro lato del mare, quello che scordiamo spesso

Non c'è un motivo razionale per pensarci ma, di fatto, è così: questo lato d'Europa, esiste ed è praticamente sconosciuto.
Non parlo della sua costa, splendida e adatta ad una villeggiatura.
Questo piccolo viaggio, per me, significava andare oltre quelle montagne costiere.
Verso un luogo dolorosamente sconosciuto.
Prima, però, inizi dal mare.
Che costa.
Se provi a guardare dal bus verso l'orizzonte, non riesci mai a vederlo lineare.
Laggiù c'è il tuo paese che viene coperto da un'infinità di isole che giocano con la prospettiva e il senso della profondità. Non è solo acqua ma tante piccole terre, ognuna con una piccola storia da immaginare.
E intanto sali per scavalcare verso l'ignoto.
Lasciandoti dietro l'approdo di tanti, re o mercanti che fossero, per guardare (o guardarsi) dentro.
Arriva una frontiera, antico concetto per questa Europa desiderata unita.
Lenta, isolata, brulla.
Ed entri nelle innumerevoli valli con deserti verdi. Alte montagne solcate da fiumi.
Un Abruzzo ancora più stratificato, dove nulla è dritto e tutto è andato storto.
Sono passati anni dal conflitto e la prima cosa che ti colpisce è la distanza dal resto. Il mare è geograficamente vicino ma l'hai già dimenticato.
Le strade sono strette, poche case sparse, paesini vuoti, cimiteri e tanta natura.
Non hai voglia di parlare perchè non ne vedi il senso.
Per calarti dentro, serve solo lo sguardo.
Zitto, aspetti la prossima curva.
In attesa di vedere quel ponte che fu fatto crollare per dimostrare il potere a questa natura aspra e alla gente la abita.
Tu, che vieni dall'altra parte del mare, non puoi capire veramente cosa significhi.
Ma ci provi lo stesso.
Ritenta.
È ancora troppo presto per riuscirci, ben sapendo che potresti non riuscirci mai.

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