venerdì 26 maggio 2017

Non può piovere per sempre a New York City - Giorno 4

Mezza giornata di riunioni e poi...liberi tutti.
Peccato, piove in maniera così disturbante da rendere difficile anche fare 100 metri con una valigia carica di pesi addizionali non indifferenti.
Sì perchè ne porto due di cristalli, mica uno. Anche quello della capa.
Valigia che raggiunge tranquillamente i 25/26 kg.
Ho un problema irrisolvibile.
Si chiama l'impossibilità di concepire uno spazio vuoto in una valigia.
È il regno del "non sia mai che", credo di stretta derivazione paesana.
Stavolta però qualcuno mi suggerisce di spedire con un corriere tutto questo cristallo.
Quindi magicamente sparisce il peso e la mai supita ansia da imbarco.
Messo da parte l'aereo, vuoi che non mi sia complicato la vita con un altro mezzo di trasporto?
No, con due.
In New Jersey esistono, in particolare, due compagnie di treni per Manhattan.
Beh, ovviamente ho sbagliato a prendere un treno avendo pagato esclusivamente per l'altro.
Da notificare la rigidità e la poca gentilezza del controllore nel farcelo notare. Americani sempre assai flessibili direi ma soprattutto affatto gentili.
Avendo perso altri 5 dollari, insieme alla svampita cinese mia compagna di ventura raggiungiamo l'albergo e suboto dopo pronti a girare.
Volete sapere una cosa?
La leggenda metropolitana che non si trovi un taxi libero a Manhattan è vera.
Svariati ettolitri di acqua addosso dopo riusciamo nell'impresa a farci un giro tra Central Park e Greenwich Village, godendo finalmente di questa città caotica e veramente poliedrica.
Un grande giocattolo perverso, pieno di suggestioni animate.
Domani si continua

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