martedì 21 ottobre 2014

[Foliage americano day 2] It's so quiet...

Difficile esprimere il concetto.
Ci provo tramite immagini.

Autunno inoltrato.
Gli alberi nel pieno della stagione, tutti colorati.
Spazio.
Vento.
Freddo.
Spazio per permettere alle foglie di cadere con dolcezza dove vogliono, quasi indisturbate.

Visita del piccolo stabilimento.
Calma.
Un sacco di domande, una conversazione piacevole.
Stona il giro nel solito reparto dove manca la luce.
Sarebbe da indagare sul perché con tanto spazio a disposizione, i reparti sembrano luoghi di prigionia, dove per cercare un po' di luce devi andare sulla strada.
La sicurezza a lavoro? Mah, opinabile.

Mi colpisce sempre come gli americani si relazionino con lo spazio infinito che hanno a disposizione.
A volte sembrano ignorarlo, in altre viverlo come se fosse il loro ambiente naturale.
Forse colpisce me, italiano, perché noi in qualche modo ne dobbiamo sempre fare i conti.
Anche quando, volutamente, decidiamo di non considerarlo come se non avesse un'influenza sulla nostra vita quotidiana.
Vuoi per il lavoro che faccio, vuoi per la passione per la geografia che ho, guardo sempre ogni singola nazione vive i suoi spazi.
In macchina, dall'ennesimo aeroporto, mi guardo intorno.

Laggiù c'è Manhattan ma qui ci sono solo strade, luci e prati.

Parliamo di caccia con due persone diverse e mi fanno pensare al nord del Michigan con fantomatiche donne cacciatrici più abili dei compagni.

Parliamo di gente che raramente passeggia per strade perché per km può non esserci nulla.

Vedi persone, le conosci.
Vedi terra e natura, cogli i dettagli e la sua storia.
Faccio fatica a collegare le due cose.
Si vede anche dal fatto che questo post non ha un senso ben preciso.
Tento almeno di farlo, nella mia testa ma ho sonno.
Jet lag regna.
A domani.


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