mercoledì 2 settembre 2020

Le zone soffici - Sannio 1

Iniziamo con quella che dovrebbe essere la regione di origine della mia intera famiglia (almeno stante ai dati risalenti fino al 1600, grazie a Marcello). Essendo una regione dalla difficile definizione, deve essere frazionata in varie parti che occupano sicuramente 3 regioni (Abruzzo, Molise e Campania) ma quasi sicuramente anche Basilicata, Puglia e Lazio ne vengono toccate. Sto parlando quindi di una vasta regione, di cui però rimangono poche tracce in termini di resti archeologici. Cosa fare allora? Beh, semplicemente basta immergervisi, senza troppe paturnie e cercare di fare collegamenti. Dalla Valle del Sangro, precisamente da Ateleta, parto per visitare alcuni amici a pochi km in linea d'aria ma in terra molisana. Strano dire quel lato della valle, visto mille volte, si a me molto sconosciuto. Il Molise è sempre stato altro rispetto alla zona d'azione della terra "natia". Visito gli amici, gentilissimi (Francesca e Luca) a Carovilli e andiamo anche a Pietrabbondante, in un sito sannita molto suggestivo. Come prevedevo, dall'alto delle millemila montagne, mi si apre un intero orizzonte da esplorare. Non so se vi capita ma quando non conosco la geografia reale del territorio comincio a disegnare mappa puramente soggettive dei confini che allo stesso tempo definisco e estendono territori ignoti. Chi mi conosce sa quanto sia amante delle cartine geografiche, anche quelle fantasy, poiché parto per la tangente con l'immaginazione chiedendomi cosa c'è e chi vive in quei territori. Le zone soffici come il Molise permettono questo in maniera semplificata senza diventare mai scontato. Pertanto anche tornare passando sotto le ennesime pale eoliche che si incontrano lungo il percorso, ho la possibilità di fermarmi ed ammirare l'estensione di un nuovo mondo, per me, riempiendomi di ottime vibrazioni. Accade sempre più spesso quando non so cosa aspettarmi e gli incontri casuali con la gente lungo il percorso, misti ai scenari che fanno da sfondo, rendono cose ordinarie quantomeno meritevoli di attenzioni. Una domanda cominciava a girare nella mia testa, forse più una riflessione: questa apparente mancanza di affolamento umano (anche se quest'anno molto più del solito) sia un bene o anche un male per questi territori? In un periodo dove la solitudine si è mostrata in aspetti non pianificati (vedi la chiusura/lockdown primaverile), stare a distanza è stato rilassante e tonificante ma non riesco a non considerare che in una società come la nostra, lo sviluppo economico ha un impatto importante, sia positivamente che negativamente. Qui ci sarebbero tante cose da fare per renderlo un posto migliore ma allo stesso tempo potrebbe diventare un posto peggiore. Come i Sanniti, lo sento mio anche se riconosco che inizialmente sia ostico e respingente perché non è detto che troverai quello che stai cercando. Anche quando non lo sai. E non è detto che sia un male.

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