lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni

Non ho voluto dare un titolo particolare al tema del post.

Non ho problemi a dirlo.
Sono un elettore di centrosinistra.
Ho votato alle primarie prima la Puppato, poi Renzi.
Perché credo sempre più fermamente che ci sia necessità di rinnovarsi, soprattutto all'interno di un partito che sta definendo la sua anima, giovane come molto del suo elettorato.
Ha vinto Bersani e la cosa mi ha fatto molto piacere.

Certo, c'è chi può dirmi che sarebbe stato meglio svoltare verso Grillo ma su di lui e anche sul suo movimento ci sono delle cose che non mi hanno mai convinto.
Rispetto chi lo ha votato e ne capisco le ragioni (meno certe modalità di dialogo).

Le proprie convizioni e credenze sono sempre opinabili certamente ma è certo che quando votiamo lo facciamo sia con la testa che con il cuore, guardando al portafoglio ma anche ai desideri.

Ripeto, credo sempre nel rinnovamento all'interno di una comunità, senza rinnegarla in toto e cambiarla.
Poi quella comunità è fatta da noi, in cui ci siamo nati, cresciuto e nella quale abbiamo partecipato attivamente.
Le idee, si sa, possono cambiare soprattutto perché cambia il mondo intorno a noi in maniera imprevedibile.

Non ho nulla contro chi vota per idee diverse dalla mia. Anzi, lo scontro e il confronto serve a crescere e a scoprire cose di sé impensabili se ci si arena nel proprio schieramento.
Vedo arricchimento.

Solo che non capisco e, ahimè, tollero sempre meno chi non porta avanti idee e sentimenti ma soltanto calcoli e vanagloria. Vittima e carnefice della priopria disonestà elevata a valore di vita giornaliera.
Non parlo di Berlusconi ma di quello che rappresenta e rispecchia della nostra società.
Che, ad onor del vero, è fatta, leggendo la nostra storia, di tanta cultura ed umanità ma anche di brama di potere e prevaricazione.

Sono appassionato della Storia e delle storie.

Oggi mi sembra che ci stiamo ripetendo, rendendo la trama e l'intreccio quanto di più banale e previdibile.
Non c'è il punto di svolta che rende le storie degne di essere raccontate.

Sto pensando, anzi, sentendo cosa voglio fare adesso.
Quale sia il mio ruolo e il mio atteggiamento nei confronti di questa società.
Non nego che una delle prime battute che ho detto è stata "ho un motivo di più per andarmene perché non sento un futuro qui".

E' importante essere sinceri su quello che si sente.
Ma è altrettanto penso sia importante anche capire se con la fuga risolverei la questione fondamentale:
Definire quale italiano voglia essere.
A leggere la nostra Storia, le opzioni sono state molteplici.
Questo la dice lunga sulla nostra unicità ed eterogeneità.





Nessun commento:

Posta un commento

Sei caldamente invitato a lasciare commenti. Certo potrei ignorarti comunque!